Page 9 - Il Forestale n. 39
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© F . De Rosa e
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Secondo il Rapporto della Fao, per la prima volta rallenta la distruzione delle foreste del Pianeta, grazie ad una gestione m
forestale più consapevole realizzata negli ultimi anni da diversi Stati.
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l’Indonesia. “Ha il tasso di deforestazione che l’Indonesia è il terzo Paese del i
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più alto al mondo. Distrugge circa 49 Pianeta per le emissioni di gas serra.
chilometri quadrati di foreste al giorno, Vengono distrutte per produrre legno, f
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equivalente al 2 per cento all’anno di compensati e carta, ai quali si è aggiunto
quelle indonesiane. Sono foreste tra le più l’olio di palma, di cui l’arcipelago del sud- o
ricche al mondo per il numero di animali e est asiatico si appresta a divenire il primo
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piante presenti” - continua Baffoni - “ma produttore al mondo”. r
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bruciano a ritmo impressionante, tanto Tutto ciò sempre a spese delle foreste. e
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Aumentano le foreste e l’Italia mantiene il primato della più alta biodiversità in Europa: si t
stimano oltre 57.500 specie di animali e 5.599 di piante. Dal 1985 a oggi, secondo i dati
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dell’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi di Carbonio, i boschi italiani sono a
cresciuti del 17,2 per cento, passando da 8.675.100 a 10.171.969 ettari. Questi polmoni
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verdi rappresentano una straordinaria risorsa per combattere l’inquinamento dell’aria. Per l
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rispettare i parametri del Protocollo di Kyoto, sulla riduzione dei gas serra, o si diminuiscono i
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le industrie e il traffico stradale, oppure si aumentano le foreste, che sono formidabili
mangiatrici di anidride carbonica. In Italia, per una serie di cause che vanno dall’abbandono
della montagna alla riduzione del consumo del legno, fino all’istituzione dei parchi, i boschi
sono aumentati. Gli alberi catturano dall’aria e accumulano, prima nel legno e poi per
sedimentazione (la lenta degradazione delle piante che le trasforma in humus) nei suoli
forestali fino al 50 per cento del carbonio che viene prodotto. Il Corpo forestale da più di
20 anni effettua monitoraggi nei nostri boschi, in attuazione del Programma pan-europeo
Icp forests (Programma internazionale sul monitoraggio delle foreste), che applica la
Convenzione sull’inquinamento transfrontaliero a lungo raggio delle Nazioni Unite. E, inoltre,
nel 1995 ha istituito il Conecofor (Controllo ecosistemi forestali), una rete nazionale che
studia le foreste in rapporto all’inquinamento atmosferico, ai cambiamenti climatici e alle
variazioni dei livelli di biodiversità. La sfida non è facile. C’è tanto di quell’inquinamento nel
mondo, che se oggi la produzione industriale ritornasse ai livelli della metà dell’Ottocento,
quando si costruirono le prime fabbriche in Europa, ci vorrebbero almeno 150 anni per Il Forestale n. 39/2007
tornare a quelle condizioni ambientali. Per questo le foreste vanno tutelate. E sempre di
più.
P Paagg.. 99