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Focus
TRAFFICO KILLER
al lunedì al venerdì, gli italiani dedi-
cano in media 10 ore e 40 minuti a
testa agli spostamenti, un'ora in più
a settimana rispetto alla media euro-
Dpea, considerando tutti i mezzi di tra-
sporto. Lo rivela uno studio congiunto prodotto
da Ipsos e Boston consulting group per la prima
edizione dell'Osservatorio europeo della Mobilità:
ben 23 giorni interi tra asfalto e rotaie, tra pensiline
affollate e fermate deserte. In Europa, solo ai greci va
peggio. Non c’è quindi da stupirsi se poi siamo stanchi e
nervosi, ma la permanenza nel traffico non mette a dura prova
solo i nervi. Lo smog è una delle peggiori insidie dei nostri tempi. E quello a cui
siamo esposti sulle strade è molto più pericoloso. Un team di ricercatori americani
ha determinato che quando ci troviamo imbottigliati nel traffico delle ore di punta
siamo colpiti dal doppio delle sostanze chimiche inquinanti rispetto a quanto si
credesse in passato. I dati rilevati non sulla sede stradale, ma a bordo dei veicoli,
sono così alti che scatenerebbero il cosiddetto stress ossidativo, probabile causa
di diverse gravi patologie tra le quali cancro, eventi cardiovascolari, malattie neu-
rodegenerative e respiratorie. Il calore prodotto dal sole, scaldando rapidamente
il manto stradale, solleverebbe le sostanze emesse dai tubi di scappamento per
proiettarle negli abitacoli delle macchine. Rimanere in auto con i finestrini aperti e
la ventola dell’aria accesa, in corrispondenza di un semaforo, in cui si crea un
minimo di coda e di traffico, espone il guidatore e i passeggeri all’assorbimento di
particelle nocive fino a 29 volte la quantità in condizioni di flusso libero. Anche l’in-
quinamento acustico minaccia il nostro benessere e la salute e, pure in questo
caso, il traffico su strada ne è la causa principale. L’esposizione ai rumori può
causare disturbi del sonno, un aumento della pressione arteriosa e malattie car-
diovascolari. Dati da non sottovalutare, tanto più che nel 2020 l’80% dei cittadini
europei vivrà in aree urbane, in molti casi in prossimità di infrastrutture e snodi di
trasporto trafficati, come aeroporti e autostrade. Nonostante una consistente
riduzione delle emissioni nell’ultimo decennio, in Europa più di 400mila morti pre-
mature all’anno sono ascrivibili all’inquinamento atmosferico. È perciò necessario
un maggiore impegno per continuare a ridurre i livelli di inquinamento e rispettare
gli obiettivi fissati dall’Unione per il 2030 e oltre. L’Italia intanto rimane il Paese
europeo con il numero più alto di automobili: 644 ogni 1.000 abitanti nel 2018.
Non aumentano invece con la velocità attesa le auto elettriche, che sono appena
10.000 contro le 68.000 della Germania. D’altra parte investiamo sempre meno:
GENNAIO-FEBBRAIO 2020
siamo al ventiduesimo posto (su 28) nell’Unione Europea per spesa ambientale in
ricerca e sviluppo.
#Natura
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