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percentuali risibili; è altrettanto da incoscienti vicinanze, alcuni anche a pochi metri di profondi-
però non promuovere una razionale e finalizzata tà. Ed ancora in un’area limitrofa c’era il Centro
ricerca anche se non risultassero eclatanti allarmi. Enea, sostanzialmente divenuto un sito-deposito
È anche vero che finora, per talune zone, i veri e di scorie nucleari.
propri campanelli d’allarme sono state le indagi- Negli anni ’93 e ’94 dello scorso secolo si verifi-
ni epidemiologiche sullo stato di salute della carono alcuni “incidenti”, così furono definiti
popolazione in presenza dell’aumento di casi di ufficialmente, che causarono la fuoriuscita di
malattie particolari. radionuclidi.
Furono appurate responsabilità con processi e
Le indagini condanne. Analoghe condanne per i responsabili
Ma torniamo alle altre “Terre dei Fuochi” sparse d’abbandono di sostanze altamente tossiche nella
per l’Italia, con alcuni casi specialmente nel Sud. ex area della Liquilchimica di Ferrandina e tutta-
Quattro i casi ove si sta indagando e che hanno via, in tutti questi casi, oltre alla messa in sicurezza
più di tanto agitato le cronache nazionali: Val dei siti in questione non si è mai andati.
Basento, Matera, nella Basilicata; Avellino nella Dal 2003 la Val Basento è stata riconosciuta
Campania; Africo Nuovo, Reggio Calabria, come sito di bonifica d’interesse nazionale, ma
Brescia e in Lombardia. quasi tutte le sostanze tossiche e letali giacciono
Nel primo caso, in prossimità del fiume Basento, ancora là senza che si sia proceduto ad una boni-
c’è una serie di avvenimenti che si snocciolano fica, come sottolineano i vari comitati dei
nell’arco di oltre un cinquantennio. cittadini e le associazioni ambientaliste. Dopo
Schematizzando, nel 1959 si scoprì a 1.800 metri diversi decenni, aggiungiamo noi.
di profondità un giacimento di gas metano sfrut- Nel secondo caso, ad Avellino, il Procuratore
tato poi per diversi anni. Poco dopo nella stessa della Repubblica Rosario Cantelmo, circa un
zona iniziarono la loro attività Eni, Montecatini, anno fa, ordinò il sequestro della ex area
Ceramiche Pozzi. Negli anni successivi, dopo la Isochimica, nata negli anni ’80 e chiusa nel 1988,
chiusura dei pozzi d’estrazione del gas e la cessa- con la finalità di eliminare, per conto delle
zione dell’attività delle suddette fabbriche accadde Ferrovie Italiane, l’amianto da 1.710 carrozze e
l’irreparabile “operazione criminale”. I pozzi 499 locomotrici. Le condizioni di lavoro che si
ormai esauriti furono trasformati in discariche di susseguirono in quegli anni, in un unico capan-
residui a base di solventi clorurati, mercurio, feno- none, senza aspiratori, in totale assenza di
li, sostanze pericolosissime per la salute. Veleni macchinari d’abbattimento della polvere, con le
chimici, metalli ed amianto sotterrati inoltre nelle maestranze senza mascherine ed a mani nude,
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