Una delle campagne tematiche che il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente ha pianificato per il 2008 è dedicata ai siti di bonifica, cioè a quelle aree che presentano contaminazioni o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo e del sottosuolo o delle acque superficiali o sotterranee, tali da determinare un pericolo per la salute o per l’ambiente naturale.
Quando la presenza di contaminazioni in queste matrici ambientali supera i valori di soglia fissati da una specifica normativa si rende necessario procedere alle attività di bonifica, cioè a quegli interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurne la concentrazione.
La contaminazione dei suoli è ascrivibile a diverse cause che vanno dalle attività industriali ai versamenti dolosi o accidentali di rifiuti o di sostanze pericolose.
In alcune aree industriali il rischio ambientale, in ragione dell’estensione e della consistenza delle contaminazioni, è tale da richiedere l’intervento, anche finanziario dello Stato. Queste aree, individuate da un intervento legislativo di settore, sono denominate “siti di interesse nazionale”.
E’ comprensibile, quindi che le attività di bonifica, regolamentate da una complessa normativa e subordinate da apposite autorizzazioni amministrative, si svolgano nel rispetto delle specifiche disposizioni. E proprio il controllo delle conformità delle attività di bonifica alle regole che le disciplinano costituisce l’oggetto della campagna informativa, nell’ambito della quale particolare attenzione viene rivolta alla verifica della corretta gestione dei rifiuti, costituiti dalle terre di bonifica, provenienti cioè dai siti inquinati, che talvolta vengono fraudolentemente declassificate in innocue terre e rocce da scavo e, come tali, smaltite in improprie attività di ricomposizione ambientale, come accertato dalle tante operazioni di servizio che, negli anni recenti, i Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente hanno felicemente portato a compimento nell’incessante impegno nel contrasto alla criminalità ambientale, in particolare quella che ormai tutti definiscono “ecomafia”.