Il 2 Luglio 2020, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ed il Segretariato Generale dell’Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale denominata “Interpol” hanno stipulato l’accordo relativo al progetto I-CAN, avente lo scopo di accrescere la cooperazione internazionale di polizia nel contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso e concorrere, nello specifico, a disarticolare le ramificazioni globali della minaccia criminale costituita dalla ‘ndrangheta.
Una minaccia globale e globalizzata che richiede pertanto una risposta globale.
Per tale motivo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiano si è fatto promotore e finanziatore di tale ambizioso progetto che avrà la durata di 36 mesi e vede la partecipazione di altri undici Paesi.
• La situazione
La ‘ndrangheta è oggi l’associazione criminale più estesa, ramificata e potente al mondo. E’ un’organizzazione di tipo mafioso con forte vocazione transnazionale in grado, per la rete di collegamenti che la caratterizza, di condizionare il mondo economico ed istituzionale. Ha un’organizzazione unitaria, familistica e verticistica.
In aggiunta, in questo periodo storico, il Covid-19, che, per il mondo intero, rappresenta la pandemia più tragica e improvvisa dell'era moderna, per la 'ndrangheta e per la criminalità organizzata in generale, potrebbe diventare una straordinaria opportunità per conquistare nuove aree di mercato e riciclare denaro.
Nella crisi post-emergenza, le riserve di denaro sporco delle mafie potrebbe finanziare la crisi di liquidità delle grandi imprese, ma anche delle piccole e medie imprese che, a causa del blocco e della successiva recessione economica, potrebbero non essere in grado per soddisfare i loro pagamenti.
• La risposta
L’iniziativa di cooperazione a livello multilaterale I-CAN coinvolge diversi Paesi, individuati per contrastare un fenomeno mafioso in espansione attraverso un approccio globale volto alla prevenzione e al contrasto del crimine, tramite lo scambio di competenze specialistiche, intelligence e migliori prassi.
Il progetto si propone di aumentare la consapevolezza dei pericoli, la conoscenza della ‘ndrangheta e del suo modus operandi con l’obiettivo di agevolare l’identificazione di capitali illeciti nonché la localizzazione e l’arresto di pericolosi latitanti.
Il progetto si articola su tre pilastri:
- la realizzazione di un programma di awareness globale per colmare la mancanza di notizie di dettaglio sul metodo di infiltrazione della ‘ndrancgheta;
- l’utilizzo delle più moderne tecnologie per l’analisi operativa - anche attraverso strumenti avanzati di analisi criminale come le tecnologie predittive applicate alle indagini - ed il rapido scambio informativo;
- la realizzazione di attività operative coordinate volte all’arresto di latitanti ed al sequestro ed alla confisca di beni.
L’Italia ha costituito un hub, presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, la cui componente di livello strategico coinvolge i vertici delle Forze di Polizia, della Direzione Investigativa Antimafia e della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, con il supporto della Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo e quella più squisitamente operativa - a composizione interforze ed in grado di comunicare su tutti i canali di cooperazione internazionale di polizia (Interpol, Europol e S.I.Re.N.E.) e di avere accesso a tutte le banche dati di polizia nazionali ed internazionali - interloquisce direttamente con gli Uffici Centrali dedicati alla lotta contro la criminalità organizzata nonché, attraverso i sistemi di comunicazione forniti dell’Interpol, con le rispettive Unità nazionali I-CAN dei Paesi partner.
• I Paesi partecipanti
Oltre all’Italia, I-CAN focalizzerà le attività in 11 Paesi in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta in Europa, nelle Americhe e nel Pacifico: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti d’America, Uruguay. L’iniziativa svilupperà un quadro di cooperazione multilaterale coinvolgendo gli Uffici Centrali Nazionali, le unità investigative speciali, i procuratori e gli ufficiali di collegamento di polizia.
Altri Paesi (segnatamente Belgio, Olanda e Polonia) hanno già manifestato interesse nei confronti della progettualità.
• Obbiettivi
realizzare un network (I-CAN) efficace quale strumento per un dialogo sostanziale e concretamente operativo;
accrescere la conoscenza del pernicioso fenomeno della ‘ndrangheta nelle sue specificità meno note;
rafforzare lo scambio informativo multilaterale anche attraverso l’utilizzo dei più evoluti strumenti di analisi;
organizzare e coordinare operazioni internazionali volte ad individuare, sequestrare e confiscare gli asset finanziari ed economici riconducibili alla ‘ndrangheta; localizzare ed arrestare ovunque nel mondo i suoi pericolosi latitanti; identificare nuove tendenze di infiltrazione nell’economia legale.
• Risultati
L’attività operativa svolta dallo scorso mese di giugno - Il 24 giugno si è tenuto l’evento di lancio del progetto alla presenza dei capi della Polizia dei Paesi Partner - dalla Unità I-CAN ha consentito di localizzare e trarre in arresto nove latitanti appartenenti alla ‘ndrangheta, di cui due in Albania, tre in Argentina, uno in Costa Rica, uno in Svizzera, uno in Canada ed uno in Spagna. Si è proceduto altresì al sequestro di ingenti somme di denaro contante, droga ed armi ed all’arresto di ulteriori fiancheggiatori in Italia.
Sono in corso costanti e proficue interlocuzioni con tutte le forze di polizia delegate allo svolgimento di indagini a carico di sodalizi mafiosi di matrice ‘ndranghetista con proiezioni internazionali e sono state veicolate numerose richieste di osservazione transfrontaliera, accrediti di personale e proposte di riunioni info-operative.