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Libri

Giordano Bruno Guerri
D’Annunzio: l’amante guerriero
Mondadori editore, 2008, pagg. 328, euro19,00

Nei Licei di cinquanta annior sono, d’Annunzio eracome un nostro compagnodi Scuola; ci faceva sognarecon la descrizione di mondiclassici dove la bellezzaclassica doveva essere lameta di ogni italiano. Conle opere poetiche, la narrativae il teatro voleva realizzareil sogno di D’Azeglioper “fare gli italiani”.In un Risorgimento nazionale,fare degli uomini nuovidopo duemila e più anni diservaggio e di anonimato,era un’impresa impossibile.D’Annunzio fu l’uomo cheseppe spezzare la culturaingessata dell’Otto-Novecento degli imbonitoriche abbondavano in ognisettore dell’Arte. QuandoD’Annunzio parlava ad unmondo che usava appenacento vocaboli su tremilaesistenti risvegliava sentimentidormienti da secoli.Si cantava “l’uomo eroico”per costruire una Italia chefosse rispettata nel mondo,chi lo ascoltava o lo leggeva,lo seguivano. Dopo la batostafrancese nella Primaguerra mondiale, fuD’Annunzio a rianimare letruppe, prima nella resistenzapoi nella controffensiva.Fu D’Annunzio che spinsel’intervento dell’Italia nellostesso conflitto nel maggio1915. Centinaia di migliaiadi persone lo ascoltarono elo seguirono. PerchéD’Annunzio, oltre che ungenio, fu anche eroe: andavaall’assalto con i fanti, con imarinai di Mas con Rizzonell’affondare la Wein nelporto di Trieste. Fu aviatoretemerario (perse un occhio)e restituì Fiume all’Italia.Oggi nessuno sa che i suoisogni, la sua etica, l’ideadella libertà “assoluta” dell’uomocreativo, fu copiatadai sessantottini di tutto ilmondo (l’immaginazionedel potere) dove il governodi D’Annunzio a Fiume eraproprio l’immaginazioneche tanto aveva esaltato (fuchiamato l’immaginifico),che innovava. È stato epuratodalle scuole perché fascista.Adesso Giordano BrunoGuerri dimostra cheD’Annunzio fu soltantoD’Annunzio. Fu il fascismoinvece che fece propri i mitidell’eroe per la sua poeticasublime e insuperata, nonchénel coniugare il pensierocon l’azione diretta.Qualcuno non è d’accordo:per questo è auspicabile cheD’Annunzio torni tra i banchidelle scuole italiane,dove i vari “ribelli” ritroverannoil loro Maestro chevoleva “creare” un’artenuova da cui “l’uomonuovo”.

Gen. C.A. Arnaldo Grilli

Harry Wu
Controrivoluzionario: i miei anni nei gulag cinesi
San Paolo editore, 2008, pagg. 432, euro 22,00

La parola “laogai” è unasigla ricavata da“LAOdongGaizaoDui” esignifica “riforma attraversoil lavoro”. La terminologiasomiglia a quella scrittaall’ingresso dei GulagLIBRI219LIBRIsovietici e dei Lager germanici(Il lavoro rende liberi).L’organizzazione dei Laogaiè considerata segreta oltreche negata, ecco perchénon è conosciuta comequella dei Lager e ancorameno dei Gulag siberiani.I Laogai nacquero con lavittoria della rivoluzionecomunista in Cina e precedettedi poco la “rivoluzioneproletaria culturale cinese”,voluta da MaotzeDong econsorte per rinforzare lalinea giacobina del partitocontro i riformatori definiti“controrivoluzionari didestra”. In tal quadro i giacobinicinesi fissarono“quote” di controrivoluzionariin ogni istituzione cinese.Per formare tali quote sisegnalavano soggetti su cuivendicarsi, a caso, per futiliconsiderazioni così da completarele quote da inviare aLaogai nelle zone più disagiatedella Cina. A confrontodei Laogai e ai Lager eGulag, questi due ultimierano luoghi gioiosi, il che ètutto dire. Il geologo HarryWu ha vissuto in questosistema per ben 19 anniconsegnando così all’occidentealtre pagine della crudeltàdell’uomo.Oggi esistono oltre duemilaLaogai, in molti dei quali iprigionieri-schiavi sonoobbligati a lavorare 18 oreal giorno quelle schifezze digiocattoli e imitazioni ditutto da invadere i mercatidell’occidente a prezzi di unmanufatto a zero costo dimanodopera schiavizzata. L’Autore indica in circa 3 milioni i disperati.

Gen. C.A. Arnaldo Grilli

Alessandro Gionfrida
L’Italia e il coordinamento militare “interalleato” nella prima guerra mondiale
Stato Maggiore dell’Esercito - Ufficio Storico, 2008, pagg. 277, euro 20,00

Il volume pubblicato da Alessandro Gionfrida presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito costituisce la rielaborazione della tesi di dottorato svoltapresso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e focalizzata sulla Grande Guerra. L’autore,già laureato in lettere moderne indirizzo storico egià diplomato “archivistapaleografo” presso la ScuolaSpeciale per Archivisti eBibliotecari, svolge serviziopresso l’Archiviodell’Ufficio Storico delloStato Maggiore dell’Esercitoquale funzionario civile. Nelcorso del 2006/2008, inoltre,è stato titolare della cattedradi “Storia degli antichistati italiani” quale docentea contratto.Il lavoro di Gionfrida èstato condotto grazie allaprofonda conoscenza degli archivi dell’Ufficio Storico dell’Esercito che egli ha maturato in un lungo arco temporale. Tale aspetto ha facilitato enormemente l’attività di ricerca e gli ha permesso di terminare la propria tesi dottorale nei tempi prescritti per la discussione. Il testo è strutturato su otto capitoli, oltre a introduzione, conclusioni e apparato critico. Un’appendice fotografica e gli indici dei nomidi persona e dei nomi diluogo completano il lavoro.Le attività di coordinamentotra forze armate di Paesi diversi nell’ambito di coalizionio alleanze costituisconoun aspetto di particolareinteresse (oltre che di particolarecomplessità) per tutti i Teatri Operativi sia nel corsodella storia più recente sia nelcorso di quella più lontana.La ricerca di Gionfrida simuove in tale direzione.Egli, partendo dalla documentazionereperita pressol’Archivio e provenientedagli ufficiali di collegamentopresso i comandisupremi alleati, analizzatutte le fasi di tali attivitàche portarono, alla fine del1917, alla istituzione delConsiglio Supremo diGuerra, organo interalleatoresponsabile del coordinamentodi livello strategico.Nel corso del lavoro si ècercato di porre nella giustaluce l’attività del rappresentantemilitare italiano e ilruolo svolto da questi nelcoordinamento e nell’altadirezione dei delegati italianipresenti nelle varie commissioniinteralleate.Tale attività di ricerca consenteanche di sfatare alcunimiti che una divulgazionepiuttosto grossolana haattribuito erroneamenteall’incapacità dell’altocomando italiano o deglialtri Paesi dell’alleanza.Le operazioni sul FronteOccidentale furono seguitecon attenzione costante daparte della missione italianapresente in quell’areache si fece carico di riportaretutte le osservazioni condottesul campo direttamenteal ComandoSupremo, come previstodalle istruzioni relative,provvedendo anche a forniresuggerimenti che oggigiornopotrebbero essereindicati quali “lessons learned”.L’attività della missione fudi particolare importanza.Essa coprì numerosi campidella cooperazione: dai trasportimilitari strategici traFrancia e Italia, allo scambioinformativo soprattuttocon riferimento al mutamentodelle tattiche operativesul fronte quale adesempio nuove modalitàper l’impiego della cavalleria.Un’attenzione particolarepoi fu dedicata alleoperazioni con l’impiego diarmi chimiche e della giovanissimacomponenteaerea. La presenza di ufficialiitaliani quali osservatorial fronte, quali ufficialidi collegamento e con unacerta autonomia operativapresso i quartieri generalialleati, costituirono senzadubbio un elemento preziosonon solamente per leoperazioni combinate congli alleati dell’epoca, maanche per la condotta delleoperazioni, soprattutto terrestri,sulla fronte italiana.In definitiva, l’autore analizzaattentamente l’evoluzionedelle attività di coordinamentointeralleato inmateria di informazioni, dilogistica e dello sviluppodelle principali linee dicondotta nello sviluppodelle operazioni a livellostrategico-militare nelcorso di tutta la PrimaGuerra Mondiale.

Ten. Col. Flavio Carbone


Pasquale Tridente
Storia di un carabiniere “reale”
GFE s.r.l., 2008

L’opuscolo Storia di un carabiniere “reale” realizzatoda Pasquale Tridente costituisce un pregevole lavoro per molteplici motivi. Innanzitutto è doverosoelogiare l’autore, brigadieredei carabinieri in serviziopresso il Museo Storico,che ha deciso di avventurarsi nel difficile campo della ricerca storica. Tridente ha “conosciuto” Vittorio Squarzolo, il protagonista della ricerca, nelcorso del suo lunghissimoperiodo di servizio nell’organizzazione territoriale nelcorso del quale ha avuto lapossibilità di prestare serviziopresso la Stazione Carabinieri di Trevignano Romano (Roma). Un altro aspetto significativo del lavoro è dato dalla ricostruzione della vita di questo militare dell’Arma perché, come è noto, visono pochissime tracce checonsentono di ripercorrere il sentiero della vita di un carabiniere o di un sottufficiale dalla nascita sino alla morte cercando di ricostruire attraverso tale ricercauna ricostruzione dellastoria sociale del temporivolta però all’Arma dei Carabinieri Reali. È in tale direzione che conduce laricerca di Tridente. Un ultimo aspetto significativo è legato alla ricostruzionedella discendeza diVittorio Squarzolo. Egli non fu il solo carabiniere ma fu il primo della sua famiglia a militare nell’Arma. Così, Tridente è riuscito a ricostruire la discendenza di Squarzolo sino alle più recenti generazioni (di militari dell’Arma). Va detto che il lavoro attento e preciso di Tridente sul carabiniere Vittorio Squarzolo, la sua famiglia e la stazione carabinieri realidi Trevignano Romano(Roma) si è dovuto arrestaredi fronte alla scarsità dinotizie ufficiali atteso che non è stato possibile reperire il foglio matricolare del militare. Tuttavia si è riusciti nell’impresa: Vittorio Squarzolo, nato nel 1868 ad Arsa (oggi Bagnaria Arsa) in provincia di Udine, si arruolò nell’Arma dei Carabinieri Reali e dopo il periodo formativo presso la legione allievi carabinieri; successivamente destinato presso la Stazione Carabinieri di Trevignano Romano, visvolse servizio per un lungo periodo. Non vi sono date certe; invece si ha certezza del momento in cui lasciò il servizio attivo, ovvero il 2 giugno 1895. Squarzolo morì nel 1925 ma lasciò una famiglia piuttosto numerosa della quale una parte significativa ha militato e milita tuttora nell’Arma dei carabinieri. In conclusione, l’opuscolo pubblicato da Pasquale Tridente merita attenzione poiché un carabiniere ha avuto la passione e il coraggio di ricostruire, sia pure con alcuni limiti e scarsità di fonti, la vita di un altro carabiniere di circa cento anni prima.

Ten. Col. Flavio Carbone