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Di otto anni più anziano di De Chirico, Carlo Carrà di quest’ultimo subisce l’influenza che gli fa dimenticare la pittura futurista e già prima quella divisionista per farne uno dei protagonisti di quella metafisica. Fu fondamentale il loro incontro nelle retrovie all’infermeria militare di Ferrara nel 1917: è lì che nacque il movimento che passerà alla storia come “Metafisica”. Carrà diventerà successivamente famoso per i suoi paesaggi urbani ma già in quest’opera rappresenta il rapporto fra l’essere umano e la città, le piazze e i loro misteri. Dalla visione pulsante e caotica della città futurista si passa così ad una rappresentazione sospesa e silente di quella metafisica dove il Carabiniere inserito nel quadro restituisce il senso di sicurezza che la solitudine sembra avere cancellato.
Didascalia immagine
Sopra, “Ovale delle apparizioni” (1918) e, sullo sfondo, elaborazione di un particolare di “La loggia” (1942) di Carlo Carrà.