Sostanze e metodi dopanti

Ai sensi dell'art. 2 della Legge n. 376 del 2000, i farmaci, le sostanze e le pratiche mediche il cui impiego è considerato doping, sono ripartite in classi stabilite con decreto del Ministero della Salute di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

La Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping si occupa della predisposizione e della revisione delle classi, nel rispetto delle disposizioni della Convenzione di Strasburgo, delle indicazioni del Comitato Olimpico Internazionale (C.I.O.) e degli organismi sportivi internazionali preposti al settore sportivo come la World Anti-doping Agency (WADA) che, ogni anno, aggiorna la lista internazionale di riferimento delle sostanze vietate.
Secondo queste modalità, la Commissione provvede all'aggiornamento periodico della lista, inserendovi le sostanze, di cui abbia accertato l'affinità chimica e biologica a quelle già inserite, avvalendosi della Banca dati del farmaco.

Le sostanze, biologicamente e farmacologicamente attive, si distinguono secondo differenti criteri.

Una prima classificazione riguarda l'impiego e fa riferimento a tre categorie principali:

  • i farmaci, non vietati per doping, ma utilizzati per scopi diversi da quelli autorizzati (antinfiammatori non steroidei, prodotti erboristici o omeopatici);
  • i farmaci vietati per doping (eritropoietina e i suoi derivati, gli anabolizzanti e gli stimolanti);
  • gli integratori, cioè tutti quei prodotti che servono a reintegrare eventuali perdite di sali, aminoacidi e vitamine.

Una seconda classificazione si basa sul meccanismo d'azione che interviene a livello muscolare.
Secondo questo principio si distinguono sostanze in grado di aumentare direttamente o indirettamente:

  • la potenza muscolare (creatina, anabolizzanti, glicerolo);
  • la disponibilità di substrati energetici (caffeina);
  • la resistenza fisica (eritropoietina, emoglobina e bicarbonato di sodio);

oppure di ridurre la sensazione di fatica elevando contestualmente la soglia del dolore (es. allucinogeni).

Il Decreto del Ministero della Salute del 24 gennaio 2007 contiene la revisione più recente della lista dei farmaci, delle sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e delle pratiche mediche, il cui impiego è considerato doping, ai sensi della Legge n. 376 del 14 dicembre 2000.

La Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping ha predisposto la seguente lista di classi di sostanze vietate e di metodi proibiti.

Classi di sostanze vietate

Le classi di sostanze vietate sono le seguenti:

  • Agenti anabolizzanti;
  • Ormoni e sostanze correlate;
  • Beta-2 Agonisti;
  • Agenti con attività anti-estrogenica;
  • Diuretici ed altri agenti mascheranti.

Le classi vietate sono ulteriormente suddivise in:

  • Sostanze proibite sempre (in e fuori gara): agenti anabolizzanti, ormoni e sostanze correlate, Beta-2 Agonisti, agenti con attività antiestrogenica, diuretici e agenti mascheranti;
  • Proibiti solo in gara: stimolanti, narcotici, derivati della cannabis, corticosteroidi;
  • Proibiti solo in particolari sport: alcool e betabloccanti.

Per conoscere le caratteristiche di tali sostanze si invia al glossario linkabile a lato della pagina.

Pratiche e metodi proibiti

Le pratiche e i metodi proibiti sono i seguenti:

  • Aumento del trasporto di ossigeno tramite l’uso di sangue o di prodotti contenenti emoglobina sintetica (doping ematico);
  • Manipolazione chimica e fisica dei campioni di urine raccolti nei controlli anti-doping;
  • Infusioni endovenose senza prescrizione medica;
  • Utilizzo di metodi genetici per migliorare la prestazione atletica (doping genetico).

La lista delle sostanze e pratiche mediche il cui impiego è considerato doping, comprende oltre alle classi di sostanze vietate e ai metodi proibiti, i principi attivi appartenenti alle classi vietate e i medicinali contenenti principi attivi vietati. Per l’approfondimento di queste due ultime categorie si rimanda alla consultazione del testo del Decreto del 24 gennaio 2007.

L’assunzione di alcuni medicinali, regolarmente in vendita, può dare risultati positivi a controlli antidoping. Per questo motivo sulle confezioni di questi farmaci viene apposto il contrassegno di un simbolo di divieto di colore rosso, con la scritta DOPING in nero e sul foglietto illustrativo deve essere specificatamente indicato che l’uso del farmaco può determinare positività al test anti-doping.