Flora
Studi recenti di fitosociologia hanno attribuito il popolamento forestale al Pistacio-Pinetum halepensis ma in prossimità del mare esistono ben altre associazioni, completamente diverse, che vanno da quelle colonizzatrici erbacee a quelle più stabili rappresentate per lo più da piante cespugliose.
La pineta è quasi tutta di Pino d'Aleppo, soprattutto nei tratti interdunali, persistono piccole o modeste aree umide (Lago Salinella) alle quali vi abbonda una flora idrolitica prevalentemente rappresentata da Phragmites australis.
In queste località è possibile trovare piante che per la stazione in esame costituiscono associazioni vegetali più evolute. La pineta è rappresentata da una fustaia coetanea, alternata da piccoli gruppi di diversa età e strutturata da una densità, per lo più, normale o colma con alberi che possono raggiungere l'altezza di 20 metri.
Rappresentano allo stato cespuglioso una componente essenziale delle sclerofille sempreverdi che sono tipiche degli ambienti litoranei: Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Rosmarinus officinalis, Juniperus phoenicea, Juniperus oxycedrus subsp. Macrocarpa, Phillyrea latifolia, Asparagus acutifolius, Lonicera implexa, Rhamnus alaternus, Smilax aspera, Rubia peregrina, ecc.
L'attuale gestione della Riserva, pur tenendo presente l'attività di produzione del seme del pino d'Aleppo, è improntata su interventi di grande cautela per stimolare i processi dinamici dell'attuale comunità vegetale verso specie più evolute nei riguardi delle esigenze idriche. Di tale modo di operare si osservano i primi effetti positivi tesi a contenere la distribuzione di specie fortemente xerofile quale la Plantago albicans (specie tipiche della vegetazione del Sahara) ed a favorire alcune altre più esigenti in fatto di risorse idriche, quale Ulmus minor e Populus alba.
Nella Riserva, sia pur in modeste quantità, è possibile riscontrare la presenza di piante rarissime, quali: Helianthemum sessiliflorum, Ophrys tarentina e Romulea rollii.