Riserva Naturale Montefalcone

Localizzazione geografica: Colline delle Cerbaie
Altitudine: compresa tra 45 m e 114 m s.l.m.
Estensione: 503 ha

Tipologia: Riserva naturale Biogenetica e Riserva naturale di Popolamento Animale
Provvedimenti d'istituzione: D.M. 13 luglio 1977 (R.N. Biogenetica)
D.M. 28 aprile 1980 (R.N. Popolamento Animale)

Altra tipologia: Z.P.S. IT517004 coincide con il perimetro della Riserva (direttiva 79/409/CEE)
S.I.C. IT5170003 comprende tutto il territorio delle Cerbaie (direttiva 92/43/CEE)
S.I.R. n. 64 (L.R. 56/2000).

Organo di Gestione
Reparto Carabinieri Biodiversità di Lucca
viale G. Giusti, 65  - 55100 Lucca
Tel. 0583/955525-26,  fax 0583/953775


Altri riferimenti utili
Posto fisso Carabinieri di Montefalcone:
Tel. e fax: 0571/ 37249
Comune di Castelfranco di Sotto:
Tel. 0571/ 4872
Comune di Santa Croce sull'Amo:
Tel. 0571/ 30853 

  1. Flora
  2. Fauna
Vista panoramica della Riserva Naturale di Montefalcone

Descrizione e cenni storici

La Riserva naturale di Montefalcone, situata nel Comune di Castelfranco di Sotto (PI), rappresenta l'area di maggior interesse naturalistico e ambientale del comprensorio delle Cerbaie, sistema collinare del basso Valdarno che emerge tra i paduli di Bientina e di Fucecchio.
L'area, estesa per 503 ettari, venne acquistata dallo Stato nel 1971, nell’ambito delle attività di tutela e miglioramento dell’ambiente, rappresentando un’area boscata e con vegetazione molto variegata di notevole estensione nella zona, anche per contrastare le emissioni dannose delle industrie circostanti e dare un apporto di ossigeno al complesso delle cartiere ampiamente diffuso nelle Cerbaie è stata gestita dal Corpo forestale dello Stato, allora Ufficio Amministrazione Foreste demaniali di Lucca, poi denominato Ufficio territoriale per la biodiversità di Lucca e, a partire dal 1 gennaio 2017 transitato nell’Arma dei Carabinieri, Comando Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare.
Negli anni ‘70-’80, la Riserva era inserita nell’Azienda Sperimentale Pilota di Bieri Orecchiella e Montefalcone e, oltre alla parte floristica con un’attenzione rilevante alla  cura, conservazione e valorizzazione dei comprensori forestali e vegezionali, veniva curata anche la parte faunistica, in parte anche con programmi produttivi.

La morfologia del territorio è caratterizzata da un'alternanza di altopiani ed impluvi, con un'altitudine compresa tra i 45 e i 114 metri sul livello del mare (massima altitudine delle Cerbaie), che danno vita ad un paesaggio suggestivo e di grande richiamo estetico, anche per la presenza di una lussureggiante vegetazione forestale. Il substrato geologico è costituito da sedimenti marini pliocenici intercalati con ghiaie e conglomerati provenienti dal Monte Pisano e depositatisi in un bacino marino poco profondo, sollevatosi poi durante il Pleistocene. Gli impluvi, detti "vallini", sono stretti a monte, più ampi ed aperti a valle, caratterizzati da percorsi sinuosi e periodiche alluvioni dei fossi.

Nell'ultimo decennio nella Riserva è stata attuato un nuovo programma di orientamento della Riserva con progressivo abbandono delle produzioni faunistiche ed il recupero e riadattamento degli spazi precedentemente in uso, ponendo massima attenzione alla prevenzione degli incendi boschivi, curando e migliorando la parte boschiva della Riserva e gli spazi prativi, realizzando itinerari escursionistici e didattici. .
E’ stato dato sempre maggiore spazio ad iniziative di interesse ambientale e di valorizzazione, anche con attuazioni di importanti ricerche scientifiche, in collaborazione con Enti ed Università.

Ogni anno vengono attuate importanti iniziative di educazione ambientale, con visite nelle scuole della zona e escursioni nella Riserva su itinerari appositamente realizzati.

La collaborazione con il DEISTAF dell’Università degli Studi di Firenze e la Provincia di Pisa ha permesso di realizzare il piano di gestione della Riserva, all’interno di quello più generale del Comprensorio delle Cerbaie, con importanti linee guida per gli interventi e le attività istituzionali da realizzare nell’area protetta.

Oltre a “Casa Nacci” struttura ricettiva utilizzata per riunioni ed attività istituzionali è presente un piccolo Centro Visitatori dove il personale appositamente formato guida i ragazzi delle scuole ed i visitatori alla scoperta della Riserva e degli ambienti naturali, in un percorso preparatorio alla visita in Riserva. Esperienze visive, tattili e pratiche permettono un approccio ludico ed interattivo con risultati molto positivi.

Nella Riserva una specifica area denominata AREA DI PROTEZIONE CITES- NIRDA è destinata ad ospitare rapaci e pappagalli di notevole interesse e particolarmente protetti (sequestrati e confiscati) in base all'applicazione della normativa che regola il commercio internazionale delle specie animali e vegetali protette. Qui, in apposite voliere accuditi e curati esemplari di avifauna, una parte dei quali saranno inseriti in un itinerario di educazione ambientale.



Come arrivare: Montefalcone è comodamente raggiungibile da varie direzioni, sia dal Valdarno inferiore che da Pistoia e Lucca. Ad Altopascio (circa 10 km), si trovano i più vicini collegamenti autostradali (A 11) e ferroviari (linea Firenze-Lucca-Viareggio); Pontedera (a circa 13 km) è l'altro punto di riferimento principale.

Modalità di accesso: attualmente l'accesso al pubblico è libero solo nell'area di circa 8 ettari, presso Staffoli, attrezzata per la sosta.
La parte restante della Riserva, completamente recintata, è visitabile solo se accompagnati dal personale addetto e con la preventiva autorizzazione.

Credits
La Riserva naturale di Montefalcone. Storia, ambiente e territorio. AA.VV.2004

 
 
Fiori

Flora

L'area protetta è ricoperta quasi per intero da estesi boschi diversificati in relazione alle varie condizioni ambientali, quali soprattutto giacitura, esposizione, fertilità ed umidità dei suoli. Sui rilievi e gli assolati altopiani di Montefalcone sono presenti  fustaie di pino marittimo, con popolamenti puri o misti con latifoglie; alcuni boschi, in corrispondenza dei terreni più fertili e meno aridi, hanno raggiunto un ottimo sviluppo. Il sottobosco della pineta è prevalentemente arbustivo, con una discreta diffusione di corbezzolo, eriche, cisti ed altre specie tipiche della macchia mediterranea, orniello, roverella e cerro .

A Montefalcone si cerca di favorire la ricostituzione dell'originario bosco misto di latifoglie, ecologicamente più stabile, con interventi  selettivi che favoriscono  lo sviluppo delle latifoglie presenti (orniello, roverella, cerro, castagno ecc.).
Nei "vallini", caratterizzati da maggiore umidità, fertilità e disponibilità idriche, predominano i boschi misti di latifoglie mesofile con cerro, rovere, farnia, frassino maggiore, carpino bianco, acero campestre e castagno.
Lungo i torrenti, i numerosi laghetti ed in prossimità delle zone acquitrinose sono presenti nocciolo, ontano nero, pioppi, salici e varie specie erbacee igrofile.
In alcune fresche pendici esposte a Nord, segnaliamo minuscole stazioni relitte di faggio, abete bianco e tasso, a conferma della variabilità e della ricchezza vegetazionale della Riserva.
Non mancano alcune rosacee come sorbo domestico, ciavardello e perastro, importanti per l'alimentazione della fauna selvatica, nonché altre specie significative.




 
 
Cervo

Fauna

La fauna di Montefalcone appare di un certo interesse, seppure i movimenti dei mammiferi siano limitati dalla recinzione perimetrale di contenimento; per questo le popolazioni di ungulati (cervi, caprioli, daini, cinghiali), in assenza di predatori naturali e di attività venatoria, debbono necessariamente essere "controllate" per evitare danni alla vegetazione forestale ed al sottobosco. In questo senso, si tende al solo mantenimento di cervi e caprioli, compatibili con la stabilità bio-ecologica ed un certo grado di naturalità dei vari ambienti della Riserva. I prelievi dei selvatici in soprannumero vengono eseguiti ogni anno sulla base di stime e censimenti, utilizzando allo scopo appositi recinti di cattura.
Gli animali sono poi trasferiti in altre riserve naturali per progetti di ripopolamento, come ad esempio in Abruzzo (Monte Velino) ed in Calabria (Sila). Altre specie di mammiferi da segnalare sono la volpe, la faina, la puzzola, la donnola, il ghiro, quest'ultimo abbastanza comune.
Riguardo all'avifauna, nelle aree umide sono presenti: germano reale, folaga, gallinella d'acqua, airone cenerino, alzavola (svernante regolare) e martin pescatore. Tra i rapaci diurni riportiamo la poiana e lo sparviero come specie sedentarie e nidificanti, il biancone, che sorvola spesso la Riserva nel periodo estivo, l'astore - raro visitatore invernale - ed il lodolaio, forse nidificante all'esterno dell'area. Altri rapaci vengono regolarmente osservati, durante le migrazioni, a Montefalcone e nelle zone umide limitrofe di Fucecchio e Bientina: nibbio bruno, falco pescatore, albanella reale e falco di palude; interessanti anche le segnalazioni accidentali di aquila minore ed aquila anatraia.
Per i rapaci notturni (strigiformi) ricordiamo allocco, civetta e barbagianni, mentre tra le specie di uccelli tipiche di ambienti forestali sono da elencare picchio rosso maggiore, torcicollo, colombaccio, ghiandaia, fringuello ed altri passeriformi. Infine, nelle zone aperte ed ai margini dei boschi, vengono segnalati upupa, nidificante ed abbastanza frequente, gruccione, tortora selvatica, saltimpalo, beccamoschino e pigliamosche.


Fruizione

La Riserva è interamente recintata  , è possibile effettuare visite guidate su richiesta. Esiste comunque ,  esternamente alla recinzione , un percorso escursionistico di circa 10 chilometri con percorso vita e aree di sosta. La riserva è inserita nei programmi di educazione ambientale con incontri in classe propedeutici e visite guidate.