RISERVA NATURALE COLLEMELUCCIO

Istituzione: DM 11 settembre 1971
DM 23 dicembre 1977
Proprietà: Demanio dello Stato
Altitudine: 790-1065 m. s.l.m.
Estensione: 347 ha

Altre indicazioni e classificazioni:
Riserva Biogenetica per 160 ha
ZPS (Direttiva79/409/CEE) IT7221131
SIC (Direttiva 92/43/CEE) IT7212134
Riserva della Biosfera "Collemeluccio-Montedimezzo" Programma MaB UNESCO
 
Organo di Gestione:
Reparto Carabinieri Biodiversità di Isernia
Via Bellini 8/10  , 86170, Isernia
Tel. 0865/3935  Fax 0865/413491

  1. Flora
  2. Fauna
  3. Fruizione
Bosco di Collemeluccio innevato

Descrizione e cenni storici

Di proprietà del Duca D'Alessandro di Pescolanciano ed esteso circa 500 ha, il bosco di Collemeluccio fu portato in dote a questi dalla nobildonna Desiderata Melucci, da cui sembra derivi il nome e che lo avrebbe acquistato nel 1628 dall'Università di Pietrabbondante. Rimase di proprietà dei D'Alessandro fino al 1895, anno in cui il Banco di Napoli lo vendette a famiglie del luogo. A partire dal 1968, l'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali si impegnò in un'opera di ricomposizione fondiaria, terminata con la formazione di un nucleo di 363 ha.
La Regione Molise ha avviato recentissime trattative per l'acquisto dei restanti 140 ha circa del bosco originario.
L'area della foresta è caratterizzata da formazioni argillose che danno vita ad una morfologia morbida e ondulata, quasi priva di affioramenti rocciosi. Non si rilevano situazioni di marcata instabilità data la modesta pendenza dei versanti, se si esclude la fascia a confine con il fiume Trigno.
Il reticolo idrografico è costituito dal vallone Salcitaro e da alcuni valloncelli i cui alvei hanno uno sviluppo di poche centinaia di metri, tutti confluenti nel Trigno.
Nella zona Nord della riserva è presente l'antica sorgente Fonte Cupa, captata per il centro visitatori
 
 

 
 
Sentiero tra abeti

Flora

Il soprassuolo forestale è caratterizzato per più dell'80% dall'abete bianco, presente a Collemeluccio con formazioni spontanee quali relitto delle antiche abetine che nei secoli e millenni addietro ricoprivano la dorsale appenninica e che oggi, oltre che in Molise, si ritrovano con piccoli nuclei in Abruzzo, in Toscana e in Calabria. In questa particolare realtà, infatti, le gestioni passate, basate su una moderazione dei tagli e sulla loro distribuzione su tutta la superficie del bosco, hanno determinato un'ottima conservazione dell'abete bianco.
Particolarmente abbondante e vigorosa, soprattutto laddove l'abete bianco si mescola con il cerro, è la rinnovazione naturale.
L'altra specie che partecipa alla formazione del consorzio forestale, è il cerro che caratterizza maggiormente le aree a margine della Riserva. Nelle esposizioni più fresche all'abete si associa il faggio. A queste specie si aggiungono il carpino bianco, l'acero campestre, l'olmo campestre, il ciavardello ed il frassino maggiore.
Nel sottobosco rigoglioso si trovano il biancospino, l'agrifoglio, il prugnolo e il nocciolo.
Nelle radure e lungo i margini sono frequenti i meli, i peri selvatici, i sorbi e fra i cespugli la rosa canina e il pruno selvatico.
 
 

 
 
Balia dal collare e una farfalla

Fauna
 
Numerose sono le specie animali presenti: caprioli, lepri, tassi, martore, donnole, faine, volpi, scoiattoli e gatti selvatici. Numericamente abbondante è il cinghiale la cui presenza è messa in evidenza anche dagli insogli rinvenibili in alcune aree della foresta e dai numerosi fusti scortecciati di abete bianco sui quali l'animale va a grattarsi.
Lo stato di conservazione delle cenosi forestali ha consentito che specie come il lupo frequentassero questi luoghi come parte del loro home range.
Le specie che maggiormente caratterizzano l'avifauna presente sono il falco pellegrino, l'ortolano, il falco pecchiaiolo, il nibbio reale, la balia dal collare, il biancone, la tottavilla, l'averla piccola e la poiana.
Tra gli invertebrati meritano di essere segnalati Cerambix cerdo, Rosalia alpina ,
Callimorpha quadripunctata e l'Eriogaster catax.
Negli ambienti umidi è da segnalare la presenza della salamandrina terdigitata.
Nel fiume Trigno vive il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes).
 
 

 
 
Tavolini per pic-nic

Fruizione

La presenza di sentieri, percorribili a piedi e anche in bicicletta, con segnaletica di orientamento e riportati su cartografia in scala 1:10.000 rendono il bosco di Collemeluccio un'area facilmente accessibile.
La morfologia morbida e ondulata consente al visitatore di muoversi agevolmente.
Tra le mete da segnalare è il punto di belvedere "Colle Gendarme", da cui si può godere di un paesaggio di particolare fascino, i ruderi dell'antico mulino ad acqua sul fiume Trigno e la Fonte Cupa.
Completano l'offerta il museo, che ospita i legni e gli animali più rappresentativi della foresta, e l'area attrezzata per la sosta.