RISERVA NATURALE STATALE DI SCARLINO

Istituzione: DM 13 luglio 1977
Proprietà: Demanio dello Stato
Altitudine: 70 m. s.l.m.
Estensione: 51.00.00 ha

Altre indicazioni e classificazioni:
Riserva naturale biogenetica
Codice EUAP 0140

Organo di Gestione:
Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica GR
Via Bicocchi 2,  58022 FOLLONICA GR
Tel 0566 40019

 
  1. Flora
  2. Fauna
Albero

Descrizione e cenni storici

Questa piccola Riserva, localizzata su un'altura che domina da Est il Golfo di Follonica, è quanto è rimasto in gestione allo Stato dopo il trasferimento del ben più vasto comprensorio boscato alla Regione Toscana. Infatti l'area confina a E-SE con terreni boscati appartenenti al Patrimonio agricolo - forestale della Regione Toscana, denominato "Bandite di Scarlino"; l'Ente delegato alla gestione è il Comune di Scarlino. A Ovest e Nord Ovest la Riserva confina con terreni privati destinati alla attività agricola, ed è limitrofa alla strada provinciale delle Collacchie.
Il substrato geologico è rappresentato dal "Macigno", formazione arenacea oligocenica, che, nelle zone pianeggianti, genera suoli fertili e profondi.

 
 
Alberi

Flora

La vegetazione forestale è quella tipica della macchia mediterranea a prevalenza di leccio, e nelle zone più fresche e riparate si trovano pregevoli esemplari di cerro, immersi in popolamenti classificabili come fustaie transitorie di latifoglie, ottenuti da avviamento all'alto fusto. Al centro della Riserva, nella parte sommitale del Poggio Spedaletto, si trova una pineta artificiale di Pino domestico, classificata a suo tempo bosco da seme per la specie.

Il sottobosco è ovunque ricco e folto, e vi si trova con una certa frequenza il pungitopo ed il ginepro coccolone.
 
Il Forteto. Il bosco mediterraneo governato a ceduo, semplice o con il rilascio di matricine è detto forteto, ed è una formazione piuttosto frequente nella toscana meridionale. Originariamente i turni erano piuttosto brevi, e numerose le specie forestali che partecipavano alla copertura, con prevalenza delle sempreverdi mediterranee. Nei fondovalle è presente anche il cerro ed altre latifoglie più esigenti.
È evidente che il prodotto che più veniva ricercato da questi boschi era il carbone. Nei boschi intorno a Follonica questo serviva ad alimentare i forni per la lavorazione del ferro e della ghisa.
Una volta interrotte le ceduazioni la naturale evoluzione di queste formazioni è verso la lecceta pressoché pura.
Nella gestione della proprietà pubblica è corretto favorire ed accelerare questa evoluzione con tagli di avviamento all'alto fusto, cioè conversioni dal ceduo alla fustaia attraverso formazioni transitorie dominate dai polloni che vengono selezionati sulle ceppaie.
I motivi non possono certo essere economici, visto che si rinuncia al prodotto, ma ne trae beneficio il paesaggio ed in certo qual modo anche la stabilità di formazioni che risultano meno suscettibili all'insorgere di incendi.
Maggiore sarà quindi la capacità di accumulare carbonio fissando l'anidride carbonica e lasciando che i composti organici rimangano al suolo. Scelte gestionali onerose, ma di sicuro beneficio per le generazioni future, che la pubblica amministrazione deve potersi permettere nel luoghi di maggiore pregio ambientale.

 
 

Fauna

La fauna è quella tipica della zona e vi si trova il cinghiale, il capriolo, l'istrice, il tasso e altri mustelidi, e la volpe. Tra gli uccelli frequenti i passeriformi, la ghiandaia ed i colombacci. Frequenti i rapaci notturni, specie la civetta, il barbagianni e l'assiolo, Ospita anche diversi esemplari di testuggine terrestre, di lucertola, il biacco e la vipera comune.
All'interno della riserva esiste una rete viaria, percorribile con mezzi fuoristrada, vi sono inoltre sentieri di collegamento tra le vecchie aree carbonili, segno di una precedente utilizzazione del ceduo per la produzione di carbone.