I coloniali della Seconda Guerra Mondiale

Un reparto di carabinieri schierato, destinato al fronte.
Con l'inizio della Seconda Guerra Mondiale anche per le colonie furono sospese la grande uniforme e quelle da società e bianche, tranne che per i meharisti; i bottoni metallici furono sostituiti con quelli di frutto e le fibbie con i bottoni. Vennero però introdotti due capi: la bustina modello 1942 in tela kaki o bianca per i sahariani e per il personale in servizio nei bassipiani, simile alla bustina mod. 35, ma con in più una visiera di stoffa trapuntata, un coprinuca, un soggolo sempre di stoffa e con due fori d'areazione ai lati; il camiciotto sahariano, già adottato nel 1939 per la Libia e l'A.O.I., ma non ancora distribuito in quanto si attendeva il fuori uso delle precedenti giubbe. Questo indumento possiamo dire che fosse una via di mezzo tra la sahariana e la camicia; infatti era di tela ad un petto, aperto sino allo stomaco con tre bottoni di frutto e con collo e polsi foggiati come quelli della camicia; aveva inoltre quattro tasche a toppa cannellate con pattine dritte e le solite controspalline mobili.


Componenti della 176ª Sezione motorizzata Carabinieri mobilitata, addetta al Comando del Corpo d'Armata Corazzato.
Non aveva il soffietto sulla schiena, ma due tagli lungo le cuciture dei fianchi. Di questo capo esisteva anche una versione interamente aperta e senza tagli laterali, completata da una cintura di tela chiusa con due bottoni di frutto. Gli zaptié libici ebbero, in sostituzione della giubba prevista nel 1929, la sahariana specifica per le truppe coloniali, di taglio e colore come quella degli ufficiali, con gli alamari su fondo rosso, ma con le tasche superiori munite di pattine dritte, senza riporto alle spalle e con bottoni di metallo bianco. Gambali e scarpe erano comuni a tutte le specialità; la bandoliera era quella marrone con fibbia piccola prevista per gli indigeni. Costituivano l'armamento: il revolver mod. 89, la sciabola lunga o quella corta, ossia la daga, e, in genere, il moschetto mod. 91 T.S.. Il cappotto per tutti era quello foderato di rosso già in uso.


Gli zaptié dell'Impero e dell'Eritrea avevano l'uniforme ordinaria e la piccola uniforme con giubba di panno kaki con spalline filettate di rosso e colletto pure rosso, pantaloni da cavallo kaki con gambali o fasce, sandali o, addirittura, nessuna calzatura. I militari a cavallo poi avevano la mantellina, quelli a piedi il cappotto; fascia rossa e bandoliera con cartuccere marrone per tutti. L'armamento era uguale a quello dei libici, eccettuate le armi bianche della specifica tradizione (billao, guradè ecc.). Nei bassipiani si usava anche il camiciotto sahariano. Con la piccola uniforme, infine, si portavano solitamente i pantaloncini corti di tela con camiciotto e fasce.


Scuola di paracadutismo di Tarquinia, carabiniere pronto per un volo di addestramento; indossa la tenuta grigia di lancio con scarponcini specifici e paracadute.
Si conclude qui la rassegna delle uniformi dell'Arma dei Carabinieri, iniziata dalla nascita dell'antico "Corpo" e sviluppata sino all'Unità d'Italia; proseguita con il secondo sino alla vigilia della Grande Guerra; completata con questo terzo dall'adozione dell'uniforme mimetica grigio-verde sino alla Seconda Guerra Mondiale. Un percorso di oltre centotrenta anni durante i quali si sono verificate grandi trasformazioni culturali, sociali e tecnologiche; un arco storico di eventi epocali e non solo per il nostro Paese.

Le uniformi, anche quelle dei Carabinieri più di altre legate alla tradizione, non potevano non risentire delle innovazioni, spesso tanto ravvicinate da apparire convulse, che hanno caratterizzato, con i mutamenti del progresso, l'evoluzione dell'intero strumento militare. Chiusa l'era delle guerre, del turchino risorgimentale e del glorioso quanto poi sfortunato grigio-verde, è iniziato per l'Italia un lungo periodo di pace. Le uniformi dell'Arma di questo periodo saranno certamente oggetto di un'altra trattazione, qui diciamo solo che, anche se il turchino dell'abbigliamento è stato sostituito dal nero, i colori dei Carabinieri sono sempre, come quasi due secoli fa: rosso, argento e turchino.