Le Armi per la difesa dell'unità d'Italia: Revolver Mod. 1889 (Bodeo)

Revolver modello 1889 Bodeo, conosciuta come “Pistola Bodeo”.
Alla fine del decennio 1880/90 si decise di adottare una nuova pistola a rotazione da sostituire al pur ottimo mod. '74, che ovviasse agli inconvenienti che presentava quest'ultimo. Quindi con atto n. 235 del Ministero della Guerra, in data 31 ottobre 1889, pubblicato a pag. 650 del Giornale Militare Ufficiale di quell'anno, venne: "...adottata ed introdotta in servizio la pistola a rotazione mod. 1889".



Fondina per le pistole modello 1889, in cuoio naturale.
L'arma scaturiva da un brevetto, in data 11 dicembre 1886, dell'armaiolo Carlo Bodeo, ideatore di un sistema per modificare i revolver mod. '74 e renderli più sicuri e facilmente smontabili anche senza attrezzi speciali. Ne nacque una pistola robusta, economica e funzionale, ma superata dai tempi in quanto concepita come trasformazione di un'altra arma che già aveva espresso le migliori qualità per quel tipo di tecnica. I revolver mod. '89 vennero adottati in due versioni: per truppa, con grilletto ripiegabile sotto il guardamano e senza ponticello; per ufficiali, con grilletto fisso e ponticello.


Pistola a rotazione mod. 1889 da ufficiali
Quanto alle caratteristiche tecniche, la nuova pistola aveva la canna calibro 10,35 mm., esagonale all'esterno come la precedente; il cilindro, da sei colpi, si caricava dal castello come nel mod. '74; un meccanismo impediva, a sportello abbassato, l'armamento del cane e bastava premere il grilletto per avere di volta in volta automaticamente le camere davanti all'apertura. La bacchetta era fissata sotto la canna, infilata nell'asse del cilindro e poteva ruotare di 90° tramite un'apposita braga.

Tra i difetti, pochi in verità, di quest'arma: minore precisione rispetto al mod. '74 ed eccessiva debolezza della bacchetta, oltre ovviamente al fatto già accennato, che era un ottimo manufatto nato però vecchio. Il revolver mod. '89 prestò servizio accanto ai mod. '61 e '74, combatté al fianco così dei Carabinieri come delle altre truppe italiane sul Podgora e sugli altri campi della Prima e, successivamente, anche della Seconda Guerra Mondiale, battezzato, per la sua caratteristica forma, col soprannome di "coscia d'agnello".