1833: nasce il pennacchio rosso-blu

Ufficiale dei Carabinieri in grande montura estiva.

Gli anni '30 del secolo scorso costituirono un momento storico particolarmente fervido di innovazioni anche sotto il profilo uniformologico. Infatti, abbandonati definitivamente i pantaloni napoleonici aderenti ("colanti", dal francese collants) e gli stivaletti "alla mezza scudiera" del 1814, la tenuta dei Carabinieri assunse nella sua composizione la caratteristica fisionomia che ancora distingue l'attuale "Grande Uniforme Speciale".
Re Carlo Alberto di Sardegna, succeduto allo zio Carlo Felice il 27 aprile 1831, ebbe tra le sue prime cure il riordinamento completo dell'Esercito sotto l'aspetto strutturale e formale. Come abbiamo visto, è del 23 febbraio 1832 il "Regolamento per le Divise degli Uffiziali, Bass'Uffiziali Carabinieri ed Allievi" ove vengono distinte una "Gran Divisa" ed una "Piccola Divisa" con le diverse bardature per i cavalli, rispettivamente di "Gran Montura", e "Piccola Montura".

La Gran Divisa era composta dal solito "vestito" di panno turchino scuro, con fodera e risvolti scarlatti ornati al fondo con le granate turchine e argento, sul quale però figuravano alcune modifiche: paramani di nuovo disegno non più a punta ma di forma "quadra" (ossia orizzontali con cucitura dritta); tasche prive di alamari, i quali invece erano doppi su colletto e paramani; falde lunghe codificate ufficialmente. Verme abolito il ricamo a "catenella" sul colletto degli ufficiali, di cui il documento non fa più cenno. Abolito il gallone d'argento, sul cappello restò quello in seta nera, e sul cappietto ("gancia") il bottone fu sostituito da una granata d'argento, d'oro per gli ufficiali; per sottogola, al posto dei precedenti nastri di seta, fu adottato un cinturino di cuoio nero lucido (con fibbia pure nera) tenuto nascosto, fuori servizio, nella cuffia del cappello stesso. Invariati il pennacchio turchino, l'incerata per la pioggia e l'ornamento delle nappine d'argento alle punte per gli ufficiali.

Al posto dei pantaloni aderenti, furono adottati con ogni tipo di uniforme quelli semi-collants (semiaderenti) ossia larghi, di tipo quasi simile (ma di taglio diverso) a quelli attuali. Il nuovo modello era di panno "bigio" (color grigio medio "carta da zucchero") con sottopiede e doppia banda laterale di panno scarlatto (che da questo momento diverrà un'altra connotazione specifica del Corpo ed ancor oggi dell'Arma) per ufficiali e militari a cavallo; privo di sottopiede e con una sola banda per quelli a piedi. Per quest'ultimo in verità il documento non specifica il tipo di banda, ma esso si evince dall'iconografia dell'epoca, dall'analogia con le altre truppe di fanteria e dalla tradizione che vuole i Carabinieri a piedi con una sola banda per parte. Per quanto riguarda il surtout della Piccola Divisa, l'unica variazione, oltre al nuovo taglio dei paramani, fu l'ornamento di un solo alamaro per parte su di essi ed al colletto. Anche l' "uniforme polacca", con la veste di fatica o di "scuderia" per i Carabinieri a cavallo, restò invariata. Nel Regolamento si parla inoltre di un "pantalone bigio per l'estate in servizio fuori della residenza", non distribuito agli ufficiali. Non sono più menzionati gli charívary.

Ufficiale dei Carabinieri in grande montura
Per le calzature, invece, il documento parla di "stivaletti" da indossare sotto i pantaloni, senza precisarne però la foggia. E' pensabile che, almeno all'inizio, continuarono ad essere usati quelli alla "mezza scudiera", sostituiti in un secondo tempo da una calzatura più bassa, tipo scarponcino, di poco sopra la caviglia. Per i militari a piedi, tranne i Marescialli, vennero adottate le scarpe anche con la grande uniforme.
Furono infine aboliti gli alamari sui colletti del cappotto e del mantello dei Brigadieri e dei militari di truppa; per quanto riguarda, invece, il cappotto degli ufficiali, si parla di un doppiopetto con due file di undici bottoni ciascuna, disposti "a corazza", con distanza minima in vita di sei centimetri. Guanti, cravatta, buffetterie e mostreggiature restarono invariati. Gli Allievi Carabinieri portavano i pantaloni senza bande, e, per quanto riguarda i gradi, alla voce Brigadieri, il documento parla di "un gallone d'argento della lunghezza di due centimetri posto orizzontalmente alle due mostre". Quest'ornamento è insolito, ha precedenti solo fino alla metà del Settecento e non avrà più seguito dal successivo Regolamento del 1833.

Dell'armamento, sinora invariato dal 1814, cambiò unicamente la sciabola per ufficiali e militari a cavallo. Il vecchio modello "anno XI" con fornimenti in ottone venne sostituito da un più sobrio modello 1829, con lama appena incurvata e fornimenti in metallo bianco. Il tipo in dotazione agli ufficiali aveva il guardamano a tre anse, gli altri l'avevano invece ad una sola ansa. Per le bardature, le medesime già descritte, è precisato che la gualdrappa degli ufficiali aveva le punte posteriori ampiamente pronunciate rispetto a quella degli altri militari a cavallo, che invece aveva forma quadra. Infine è specificato, rispetto al 1822, che i Brigadieri e, quindi, i graduati e i Carabinieri (che usavano gli stessi effetti), avevano la bardatura "come quella di piccola montura dei Marescialli d'alloggio", ossia sempre guarnta di filo bianco. Inoltre il documento precisa che in grande montura la sola sella degli ufficiali era ricoperta di panno turchino, le altre restavano scoperte. Il soprafascio era in lana bianca per tutti, ma per gli ufficiali solo con la piccola montura. Nel quadro generale del riordinamento dell'Armata Sarda voluto dal giovane re Carlo Alberto, il 25 giugno 1833 furono approvate le "Regie Determinazioni e Regolamento sopra il corredo, la montura, e le divise delle Armate di Terra e di Mare, nonché delle Amministrazioni, e dei diversi Servizi Militari". La descrizione dell'uniforme per il Corpo dei Carabinieri Reali si trova nel Titolo Sesto al Capo Terzo, che in apertura distingueva: "La divisa degli Uffiziali, siccome quella ancora dei Bass'Uffiziali e Carabinieri, consta di grande e piccola montura", analogamente al precedente Regolamento del 1832 e con le stesse modalità d'uso già sancite nel 1822.

Ufficiale dei Carabinieri in grande montura estiva
L'abito (tanto di grande quanto di piccola uniforme) era identico a quello stabilito nel 1832; unico dettaglio in più: sulla cucitura esterna delle maniche non più cinque, ma tre bottoncini di metallo bianco, posti al di sopra di nuovi paramani orizzontali, che restavano quindi aperti. Peraltro i generali del Corpo non vestivano l'abito ad un petto; per essi era previsto a doppio petto chiuso da due file di undici bottoni, parallele e distanti tra esse otto centimetri, mentre le falde erano ornate dalle cifre reali. I gradi sul colletto e sui paramani erano in ricamo d'argento a righe, intrecciate con gli alamari. Quale ornamento del cappello (del tutto simile al modello 1832), con la grande montura venne adottato il pennacchio rosso-blu, entrato a buon diritto nella tradizione uniformologica dell'Arma dei Carabinieri: a piume corte per sottufficiali e militari di truppa, a piume lunghe e ricadenti "a salice piangente" per gli ufficiali. I pantaloni grigi ("bigio marengo"), adottati nel 1832, restarono sino al successivo 1834, allorché ridivennero turchini, mantenendo sempre le bande laterali scarlatte. I generali, se in grande montura, avevano i pantaloni ornati da una banda in gallone d'argento; diversamente la banda, larga 49 mm., era in panno scarlatto. Restarono in dotazione i pantaloni bianchi con la tenuta estiva.

Carabiniere a cavallo in gran montura (1833). Il pantalone è grigio, come gli altri corpi dell'esercito. Nel 1834 divenne turchino scuro, come è ancora oggi la grande uniforme.
I distintivi di grado subirono qualche variazione un po' per tutti, fermo restando il privilegio per i Carabinieri di avere in ogni grado il rango del grado superiore rispetto agli altri corpi (es., il Maresciallo capo aveva rango di Sottotenente, eccetera). Le spalline (del solito modello a undici squame e tre festoni per ufficiali e militari a cavallo, a nove squame semplici per quelli a piedi) rispetto alle precedenti avevano in più il gambo incavato al centro ed una finta asola sulla prima squama, fatta con un cordone d'argento fissato ai due capi da altrettanti bottoncini, tagliati a "punta di diamante"; immutati i cerchi concentrici lisci o spezzati, distintivi di grado degli ufficiali. Inoltre, contrariamente al passato, la frangia per gli ufficiali superiori fu stabilita leggermente più corta (mm. 87) di quella per gli inferiori (mm. 95). Gli aiutanti maggiori, oltre alle insegne del proprio grado da ufficiali (solitamente subalterni), portavano le tasche dell'abito orlate con un ricamo d'argento. I Marescialli capi, avendo grado corrispondente a quello dei Sottotenenti delle "Regie Truppe", portavano le spalline come questi ultimi ed avevano anche le punte del cappello ornate dalle nappine d'argento. Per i Marescialli d'alloggio, invece, non vi furono variazioni rispetto a quanto in uso nel 1822.

Per il nuovo grado di Brigadiere venne stabilito un gallone doppio d'argento (largo cm. 5) cucito sulla parte anteriore degli avambracci, trasversalmente sopra le cuciture dei paramani dall'interno delle maniche all'esterno dei gomiti. Gli Appuntati erano contraddistinti da galloni d'argento ad una sola riga (larghi cm. 2,5) che venivano portati allo stesso modo dei Brigadieri. Novità veramente degna di rilievo: la sciarpa giallo-dorata con "mosche" turchine, di ispirazione austriaca, per gli ufficiali, tranne che per i generali, fu sostituita da quella azzurra, ancora attuale, ma all'epoca indossata come la precedente, cinta intorno alla vita con ì fiocchi sul fianco sinistro. Cordelline e buffetterie non ebbero modifiche, furono invece modificate le armi. Per quanto riguarda la famosa carabina, da ora in poi chiamata "moschetto", vi fu solo una lieve modifica al ponticello.

Bardatura di gran montura per ufficiale superiore, indicato come 'sella alla dragona'. A sinistra, il Carabiniere è in tenuta da scuderia.
Viceversa la spada "alla russa" per ufficiali e marescialli a piedi fu sostituita con la nota "Albertina" (dal nome di Re Carlo Alberto), che aveva l'impugnatura ricoperta in filo d'argento e la guardia dorata per gli ufficiali; l'impugnatura nera e la guardia argentata per i Marescialli. Era sostenuta al fianco con un attacco a borsa di cuoio nero verniciato e poteva essere agganciata al cinturino alla vita o portata pendente da una bandoliera ad armacollo, indossata sotto l'abito. Con il cappotto, la spada era collocata all'esterno tramite un'apposita apertura nella tasca sinistra. Anche la sciabola da ufficiali e militari a cavallo fu sostituita dal tipo denominato poi "modello 34". Per il briquet da Brigadieri e Carabinieri a piedi si adottò nel 1834 il fermo della lama a bottone, al posto della semplice ribattitura del codolo della lama stessa. Questa sciabola, denominata modello 1814-34, è virtualmente ancora in dotazione (pressoché mai impiegata) ed è entrata di diritto anch'essa nella simbologia tradizionale dell'Arma.