L’avvento al potere della sinistra storica, nel 1876, portò a un aumento delle spese militari, che raggiunsero i 200 milioni annui per l’Esercito e i 40-45 per la Marina. La ragione di questo aumento è spiegata da Gianni Oliva nella sua Storia dei Carabinieri: «L’ambizione di una politica di potenza, sfociata prima nella stipulazione della Triplice Alleanza, poi nell’impresa coloniale in Africa, richiedeva investimenti consistenti e la creazione di una forza armata in grado di competere con quelle dei maggiori Stati europei». Sul piano generale si trattava «di provvedimenti sostanzialmente velleitari, perché “la dilatazione quantitativa andava a discapito della qualità e dell’efficienza”». Per ciò che riguardava i Carabinieri, sottolinea Oliva, «le nuove disponibilità finanziarie si traducevano in un oggettivo potenziamento della struttura e in un suo adeguamento alle nuove esigenze d’ordine politico e sociale. Gli anni Ottanta-Novanta in Italia furono infatti contraddistinti dal rapido sviluppo di un’opposizione di classe organizzata che richiedeva un rinnovato impegno preventivo e repressivo alle Forze di polizia. La nascita del Partito socialista rivoluzionario di Romagna nel 1881 e del Partito operaio italiano nel 1882, i grandi scioperi agrari nel Mantovano e nel Cremonese del 1884-85, la creazione delle prime Camere del lavoro a Milano e a Piacenza, e infine la fondazione a Genova nel 1892 del Partito dei lavoratori italiani scandivano infatti un processo di aggregazione e di organizzazione delle forze d’opposizione che minacciava seriamente gli equilibri costituiti».
Le trasformazioni dell’Arma riguardarono anzitutto l’organico, progressivamente aumentato fino ai 622 ufficiali e ai 24.004 sottufficiali e uomini di truppa stabiliti con Regio Decreto del 21 aprile 1887. Le novità più significative furono però la creazione di una Scuola per allievi ufficiali e la creazione del Comando Generale. Con provvedimenti successivi, fra l’ottobre 1880 e il luglio 1883, fu riordinato il Corpo.
«La necessità di un controllo centralizzato e di un orientamento omogeneo nelle diverse province del Regno portò infatti alla soppressione del Comitato, supremo organo di comando a carattere collegiale istituito nel 1861 per meglio fronteggiare l’eterogeneità dei problemi sociali fra nuove e vecchie province. Con decreto del 16 novembre 1882 esso venne sostituito con un organo di comando autonomo, il Comando dell’Arma, composto da un Comandante, un Comandante in seconda e un ufficio di Segreteria. Fin dal 1880, d’altronde, le Legioni avevano riassunto il tradizionale ordinamento in Divisioni, Compagnie e Tenenze, avvicinandosi alla struttura organizzativa del 1860. Dal 1883 la struttura del Corpo dei Carabinieri risultava così composta dal Comando generale, da undici Legioni territoriali e da una Legione Allievi».