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Non tutti sanno che...

TOSCANA (I Carabinieri in)

Gendarmi toscani del periodo granducale, successivamente assorbiti dal Corpo dei Carabinieri.Prima che gli eventi relativi alla 2^ Guerra d'Indipendenza portassero nel 1859 all'organizzazione nel granducato di Toscana del Corpo dei Carabinieri Reali, già nel 1835 il granduca Leopoldo II vi aveva progettato la formazione di un Battaglione di Carabinieri "Destinati a prevenire e reprimere i delitti, ad assicurare l'osservanza delle leggi, a mantenere il buon ordine nell'interno ed a proteggere l'esazione dei diritti Regi".

Questo Battaglione dovette dare buona prova di sé, poiché nell'ottobre 1845 lo vediamo costituito in Corpo dei Reali Carabinieri, dotato di norme evidentemente ispirate ai concetti fondamentali del Regolamento Generale vigente per il Corpo dei Carabinieri Reali sardo-piemontesi.

Il 22 novembre 1848 Leopoldo II emanò un decreto che, dopo le considerazioni generali di rito, dispose nei primi due articoli:
"Art. 1 - Il Corpo dei Carabinieri, la cui denominazione è falsa quando il soldato non è armato di carabina, è nello stesso tempo sciolto e ricomposto col nome di reggimento Veliti.
Art. 2 - Gli Uffiziali e soldati del novello corpo dovranno essere fra quelli che godono e serbano probità specchiata e non comune valore nell'esercito
".

Dopo aver dettato negli articoli seguenti le norme relative alle caratteristiche ed all'ordinamento dei Veliti, il decreto stabilì: "Gli Uffiziali e soldati del Reggimento Veliti godranno gli stessi stipendi e soldi che godeva il Corpo dei Carabinieri".

Ma neppure un anno dopo - il 24 ottobre 1849 - lo stesso granduca sentì il bisogno di emanare un nuovo decreto con cui, abolendo ogni forza di polizia esistente nel granducato, veniva creata la "Gendarmeria Imperiale e Reale" per il cui organico furono preferiti i Carabinieri per la necessità di "ingagliardirsi di uomini di zelo e devozione al pubblico bene sperimentati".

Il mattino del 27 aprile 1859 il popolo di Firenze, appresa la notizia dello sbarco delle prime truppe francesi, alleate dell'Armata sardo-piemontese nella 2^ Guerra d'Indipendenza, si raccolse per una grande e ordinata manifestazione inneggiando all'Italia unita. Alle ore 6 pomeridiane dello stesso giorno il Granduca Leopoldo II di Toscana abbandonò Firenze insieme con la famiglia, diretto a Bologna. Due ore dopo si costituì nel Municipio un Governo Provvisorio toscano, che il 1° maggio successivo trasmise tutti i propri poteri al Regio Commissario sardo Carlo Boncompagni di Mombello.

Com'era avvenuto per la Lombardia, per i Ducati di Modena e Parma e per le Romagne, il Comando Generale dei Carabinieri inviò anche a Firenze un proprio ufficiale con la missione di assicurare la tutela dell'ordine pubblico in collaborazione con la locale Gendarmeria e di organizzare in Toscana una serie di comandi territoriali dell'Arma.

Esisteva allora in quel Granducato un Reggimento di Gendarmi forte di 2.200 uomini, suddiviso in tre reparti con sedi a Firenze, Livorno e Siena. L'ufficiale dei Carabinieri destinato il 4 giugno 1859 a Firenze fu il maggiore Filippo Ollandini, che nello spirito della più cordiale intesa con il Capo del Governo toscano Boncompagni, provvide ad organizzare la Gendarmeria locale secondo l'ordinamento proprio del Corpo dei Carabinieri, sino a pervenire alla costituzione della Legione Carabinieri Toscani.
L'inattesa conclusione della campagna militare con la stipulazione del trattato di Villafranca (11 luglio) che sanciva il ritorno dei "principi legittimi" nei loro stati senza intervento straniero, determinò l'irritata delusione del popolo toscano, che però si mantenne fiducioso nell'opera del proprio Governo.
In data 3 agosto il Commissario Boncompagni cedette il potere a Bettino Ricasoli, che il giorno 15 successivo diresse ai Carabinieri, nella qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell'Interno, il seguente proclama:

"CARABINIERI TOSCANI!
Il Governo della Toscana, che ha espresso la sua riconoscenza a quanti si adoperarono a mantenere il paese ordinato e tranquillo, non potrebbe senza ingiustizia dimenticare i vostri servigi. Raccolti sotto il Comando di un Ufficiale egregio per virtù militari e cittadine, rialzati alla dignità di vigili esecutori della legge, istruiti nei doveri che rendono il vostro ufficio una tutela benefica, sapeste in breve tempo mostrarvi degni della fiducia che in voi ripose il Governo.
Carabinieri Toscani! Voi avete visto entrare nelle vostre file uomini cospicui per la nascita e per i doni della fortuna, i quali oggi si tengono onorati di vestire la vostra divisa. Ciò prova come abbiate già acquistato quella forza nella opinione, senza la quale ogni altra forza riesce sempre manchevole. Proseguite sotto gli ordini del vostro bravo Comandante ad esercitare la vostra azione tutelare sulle popolazioni, e vedrete ogni giorno più crescervi il pubblico favore. Il Governo con ricompense giustamente distribuite al merito, il Paese con dimostrazioni di riconoscenza e di stima premieranno la vostra devozione alla causa dell'ordine, la quale à ora per noi la causa della Libertà e dell'Indipendenza Nazionale
".

Intanto il 10 agosto Bettino Ricasoli aveva formato con il Ducato di Modena una Lega allo scopo di "respingere l'aggressione dei principi disertori per rientrare nei loro Stati" e "mantenere l'ordine contro qualunque turbamento". Intervenuta l'adesione delle Romagne, si costituì la Lega degli Stati Centrali (Emilia, Toscana, Romagne), che ribadì l'annessione delle rispettive regioni al Piemonte.

L'ordinamento della Legione Carabinieri Toscani venne ratificato il 16 gennaio 1860 dal Governo Sardo con l'istituzione di tre comandi di Divisione in Firenze, Livorno e Siena, che assorbirono totalmente i reparti dei Carabinieri Toscani già operanti nelle rispettive giurisdizioni.
Il 24 gennaio 1861, data del Regio Decreto che dispose la riorganizzazione dei Corpo dei Carabinieri istituendo tredici Legioni territoriali, la Legione di Firenze divenne la 6^ del nuovo ordinamento dell'Arma, con una forza organica di 42 ufficiali e di 1395 tra sottufficiali e carabinieri a piedi e a cavallo.

A distanza di poco più di cinque anni dalla proclamazione del regno d'Italia, con Regio Decreto dei 6 giugno 1866 l'allora Comitato (oggi Comando Generale) dell'Arma dei Carabinieri, in conseguenza del trasferimento della capitale italiana da Torino a Firenze, si stabilì anch'esso nel capoluogo toscano, occupando un'ala del Monastero di S. Maria dei Candeli, che era anche sede della Legione. In tal modo alla Legione di Firenze spettò, per il sopraggiungere dei nuovi fattori della politica e dell'ordinamento, il ruolo primario sino allora tenuto dalla Legione di Torino.
Lo stabile del monastero ha continuato ad ospitare senza soluzione di continuità comandi dell'Arma; attualmente è sede della Scuola Marescialli e Brigadieri.