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Non tutti sanno che...

SAVOIA (I Carabinieri e il tentativo d'invasione della, 1834)

Nel febbraio 1834 alcune centinaia di fuorusciti piemontesi, polacchi ed anche francesi, suddivisi in quattro colonne, tentarono d'invadere la Savoia - provincia dello Stato sardo-piemontese - nel tentativo di promuovervi l'insurrezione in nome di vaghi sentimenti libertari, ispirati alla Rivoluzione francese e riaccesi dal ritorno ai regimi assoluti determinato dalla Restaurazione. L'azione dei fuorusciti ebbe inizio da quattro diversi punti della frontiera - St. Jiulien, Seyssel, Laissaud e Les Echelles - e fu condotta dal generale di origine genovese Girolamo Ramorino, che abbandonò l'impresa senza tuttavia potere impedire che la colonna diretta a Les Echelles occupasse questo paese.

Il governo di Torino, già informato della eventualità di un tentativo d'invasione, e perciò vigilante, sarebbe stato tuttavia colto di sorpresa, se il carabiniere a cavallo Feliciano Bobbio, della stazione di Les Echelles, fuggendo da una finestra della caserma dopo l'arrivo degli insorti ed inforcando un cavallo, non avesse subito informato il presidio militare di Ponte Belvicino.
Nella circostanza si distinse un altro carabiniere a cavallo, Carlo Gandino, che, latore di un'ordine, s'imbatté a Bassy nei rivoltosi in bivacco. Invece di retrocedere, diede di sprone al cavallo e attraversò il campo sotto le loro fucilate, uscendone incolume e portando a compimento il suo mandato.
Nella notte dello stesso 3 febbraio, giorno dell'occupazione di Les Echelles, verso le ore 21 vi fece ritorno da Chambery in missione di servizio il carabiniere a cavallo Giovanni Battista Scapaccino, che, affrontato dai rivoltosi, ne ricevette l'intimazione ad aderire alla loro causa. Ligio al proprio giuramento, il militare oppose un fiero rifiuto, spronando il cavallo nel tentativo di superare il cerchio degli armati, ma due fucilate ne stroncarono la giovane esistenza.

Alla sua Memoria venne subito decretata dal sovrano la Medaglia d'Oro al Valor Militare) la prima nell'albo dell'Esercito italiano (v. Scapaccino).
Gli insorti furono attaccati e dispersi da un piccolo reparto piemontese della Brigata "Savoia" inviato dal presidio di Ponte Belvicino agli ordini del luogotenente colonnello Adriano d'Onnier, anch'esso decorato della Medaglia d'Oro al Valor Militare nel corso della solenne cerimonia che il 2 marzo successivo premiò inoltre della Medaglia d'Argento al Valor Militare i carabinieri Bobbio e Gandino, intanto promossi brigadieri. Il nome del d'Onnier prese quindi e conserva il secondo posto nell'albo delle Medaglie d'Oro al Valor Militare dei nostro Esercito.
Per interesse storico va ricordato che il generale Ramorino, entrato poi a far parte dell'Armata Sarda, venne fucilato, per disubbidienza in tempo di guerra, nella Cittadella di Torino, al termine della campagna del 1849.