Una  scena di Provincia segreta con, al centro, Andrea Giordana - Regia di Francesco Massaro 1998In un mondo tanto cambiato restava centrale, a testimoniare la presenza dello Stato, ma anche di una rassicurante continuità civile, la figura del carabiniere come tutore e garante delle regole, di un principio ordinatore tanto più necessario in quanto la società avvertiva, crescente, il bisogno di protezione rispetto agli sconvolgimenti nei rapporti umani e fin nel tessuto delle comunità e delle famiglie, e soprattutto rispetto alla presenza di criminalità mai come ora antagonista della vita di ognuno.

Era quella, e resta tuttora, una criminalità fattasi più violenta e spietata, e al tempo stesso più ambigua e inafferrabile perché onnipresente in ogni aspetto dell'attività umana. In un panorama così cangiante resta, nella realtà e in ciò che della realtà riesce a cogliere e a trasmettere il racconto mediatico, l'archetipo del carabiniere, che è ancora l'amico e il protettore della società degli onesti, pronto a porgere una mano a chi ne ha bisogno, e ne ha bisogno per vivere, talvolta per restare al di qua dello spartiacque che separa il vivere nella legge e il vivere ai confini, o al di là di essa.

Il Maresciallo Rocca riflette, nel volto scavato, intelligente e umanissimo di Luigi Proietti, la tensione di chi ha una missione sempre più difficile da compiere. Il carabiniere Rocca deve combattere il mondo del crimine con determinazione, deve darsi per questo un coraggio, una capacità , e infine una tecnologia che lo metta in condizione di competere con esso conservando però sentimenti, e valori, propri della società che è chiamato a proteggere, non di quella che è chiamato a contrastare. E' una sorta di sdoppiamento che solo un senso profondo e sofferto del dovere e dei suoi limiti può consentire pagandone a volta un prezzo umano elevato. Nel racconto di una delle tante e fortunate serie si propone, a Rocca, una sfida al limite Ezio Greggioin Anni '50 - Regia di Carlo Vanzina 1998.dell'impossibile: egli deve indagare sul più orrendo dei delitti, consumato sulla vita della persona che ama di più al mondo. E la sfida è tale che si teme, da parte dei superiori, che egli possa mettere, nel compito, una animosità tale da alterarne la capacità di discernimento, e da portarlo a superare quel senso del limite che è e deve restare proprio della sua condizione di uomo dello Stato e della legge.

Il Maresciallo Rocca è cambiato rispetto al progenitore che ha quale orizzonte civile la piazza del borgo con la chiesa, la farmacia, la caserma a presidio di una comunità pressoché compatta nei suoi valori di riferimento. Resta però immutata una funzione che è - nota il regista Giorgio Capitani - quella di "un confessore, un confidente, un tutore degli uomini e della morale, non solo della legge". Rocca può essere nuovo e antico perché rimane, nonostante tutto, un uomo dei nostri tempi, e dei suoi, che partecipa delle loro inquietudini e contraddizioni. La sua stessa famiglia ne è in certo senso il prodotto.