Prefazione

Figura stilizzata femminile raffigurante la scrittrice del libro.Accettando di scrivere il secondo volume sui Carabinieri all'estero, l'autrice di questo studio ben sapeva che l'impresa non sarebbe stata facile: e non lo è stata. Riuscire a dare una visione storica di un processo in corso, ricorrendo alla metodologia della ricerca puntuale, può risultare in alcuni casi oltremodo problematico e forse velleitario, anche in un testo destinato ai non addetti ai lavori. Il metodo seguito è però quello di rigorosa ricostruzione degli avvenimenti dove è stato possibile, sulla base dei documenti necessari all'analisi.
Le missioni internazionali si svolgono spesso in un quadro geopolitico di grande complessità: è il caso, ad esempio, di quelle in Somalia nei periodi 1950-1958 e 1992-1995. Non è sempre stato possibile seguire dettagliatamente tutte le vicende, che avrebbero da sole riempito vari volumi. Quindi, in alcuni casi, il loro inquadramento storico è stato dato in sintesi, così come in sintesi ne è stato indicato lo svolgimento, considerato che l'oggetto del presente volume riguardava specificamente la presenza dell'Arma dei Carabinieri e il suo impegno professionale nelle missioni all'estero. Ugualmente, non è stato possibile approfondire la dottrina delle missioni di supporto alla pace.
La fama dell'Arma in questo settore è stata costruita in lunghissimo tempo: da Candia alla Macedonia, ufficiali come Caprini, Craveri, Manera facevano conoscere l'alto livello di una Istituzione fondata nel 1814. Intorno al 1900, il Sultano di Costantinopoli chiedeva e otteneva ufficiali dei Carabinieri per il riordino delle sue Gendarmerie; lo Scià di Persia, uomini dell'Arma per la sua Polizia; il Sovrano di Grecia ricorreva alla collaborazione dell'Istituzione sempre per ristrutturare e rinforzare le sue Forze di Polizia. Ai nostri giorni i Sultani sono quasi tutti scomparsi; di regnanti ne restano assai pochi. I nuovi detentori del potere internazionale, come il Segretario Generale delle Nazioni Unite o altre Autorità, chiedono all'Italia di potersi avvalere delle sue Forze Armate: in particolare della professionalità ed esperienza dei militari dell'Arma per precisi compiti di polizia internazionale o di assistenza e cooperazione tecnica. Nel periodo attuale, però, l'Arma dei Carabinieri non solo partecipa alle missioni, in obbedienza a quanto deciso politicamente a livello governativo, ma ha un rilevante posto sulla ribalta mondiale come soggetto attivo nell'ideazione di nuovi strumenti operativi per il mantenimento della pace.

Un carabiniere gioca con un bambino straniero.Il lettore noterà che, contrariamente a quanto riportato nel primo volume, in questo secondo non vi sono i nomi di coloro che hanno partecipato a missioni all'estero o che le hanno comandate: tra questi vi sono elementi di alta professionalità e qualificazione, ben noti sia in patria che al di fuori dei confini nazionali per aver ricoperto incarichi di grande responsabilità, con la stima e l'ammirazione di organismi internazionali e nazionali degli Stati ove hanno operato. Sono uomini che nulla hanno da invidiare al colonnello conte Caprini o al maggiore Craveri, ad esempio: continuano a rappresentare in modo ammirevole l'Italia, nel solco di quella tradizione ormai secolare per la quale l'Arma dei Carabinieri viene richiesta in tutto il mondo, quando necessita la particolare preparazione dei suoi appartenenti. Stanno scrivendo la Storia nella quale entreranno di diritto insieme all'Arma dei Carabinieri.
Questo secondo volume, strettamente connesso con il primo sulle missioni "storiche" dei Carabinieri, si apre con una particolare missione "all'estero", e cioè l'apprezzata collaborazione fornita alla Repubblica di San Marino dal lontano 1921 fino al 1936, e termina con alcuni sintetici accenni a quanto si prepara per il futuro.

Maria Gabriella Pasqualini

Roma, 30 giugno 2001