1997-2001. Mape: l'Arma ne ottiene il Comando in Capo.

Complessa nei suoi diversi aspetti, anche per il clima di violenza e disordine esitente in quel periodo in Albania, la missione MAPE richiedeva uomini con notevole esperienza e professionalità.Nella primavera del 1997 in Albania, a causa anche dei gravi problemi finanziari già ricordati, ci furono molti casi di violenze che portarono alla quasi completa disintegrazione delle Forze di Polizia locali. Numerose unità lasciarono il servizio. Le caserme e i posti di controllo furono depredati di molti equipaggiamenti: la situazione era assai difficile, tanto che per poter distribuire gli aiuti umanitari e in qualche modo tentare di riportare l'ordine civile nel Paese era stata attivata la Forza Multinazionale di Protezione. Occorreva dare un aiuto concreto in tutti i campi, specialmente in quello che doveva vedere la riattivazione delle Forze di Polizia, per salvaguardare il rispetto della legalità sul territorio albanese.
La Missione Mape-Ueo si configura come una missione di assistenza tecnica a favore del Governo albanese, organizzata dall'Unione Europea Occidentale. Basata sulla decisione C/97/103 del Consiglio Permanente della Ueo del 2 maggio 1997, che ne ha fissato gli obiettivi, è divenuta pienamente operativa subito dopo la firma del Protocollo d'Intesa (Memorandum of Understanding, Mou), il 24 giugno 1997, tra l'Ueo, rappresentata dall'Ambasciatore di Francia in Albania, e il Governo albanese, che ha determinato lo status giuridico della Mape (Multinational Advisors Police Element, Gruppo di Polizia Multinazionale Consultiva).
La missione era nata da una dichiarazione del 14 marzo 1997 del Consiglio Permanente della Ueo: la situazione dell'Albania veniva guardata con profonda considerazione e preoccupazione per il clima di violenza e di disordine esistente in quella nazione. Il Consiglio pertanto supportava totalmente le iniziative prese dalle organizzazioni internazionali ad hoc, quali principalmente: a) l'Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), che aveva stabilito di tenere una rappresentanza permanente in Albania; b) il Consiglio d'Europa, i cui rappresentanti, in Albania fin dal 1993, avevano presentato numerosi rapporti riguardanti la violazione dei diritti umani, la Polizia locale, le prigioni e la legislazione di Polizia; c) l'Unione Europea, che aveva approvato un primo pacchetto di aiuti finanziari in Ecu e d) altre Agenzie specializzate delle Nazioni Unite, che avevano in atto programmi di aiuto per l'Albania. Vi erano poi le Organizzazioni Non Governative (Ong), molto attive, con le quali era necessario coordinarsi e che in un certo modo erano da coordinare.
Il 2 maggio 1997 il Consiglio dell'Unione Europea decise di stabilire un gruppo di esperti multinazionali sotto autorità Ueo per assistere in materia di polizia civile l'Albania; la necessaria coordinazione sarebbe stata fatta in accordo con la risoluzione n.160 del Consiglio Permanente dell'Osce del 20 marzo 1997 e con le conclusioni del Consiglio degli Affari Generali dell'Ue, del 24 marzo e 29 aprile dello stesso anno, che riguardavano la situazione albanese. Secondo le decisioni prese dal Consiglio della Ueo, la Mape doveva essere attivata al più presto possibile con base a Tirana: pertanto se ne approvava il dispiegamento per il 30 maggio. Gli elementi che sarebbero andati a far parte di questo gruppo dovevano avere la necessaria esperienza e professionalità per rispondere alle esigenze di addestramento e supporto richieste espressamente dalle autorità di Polizia albanesi.
La nuova missione risultò composta di personale appartenente alle Polizie di tutta Europa (23 Paesi), che formarono così una Forza di Polizia internazionale sotto egida Ueo, con compiti di consulenza giuridica e di addestramento della Polizia Civile albanese. Questo è un chiaro esempio di missione di assistenza tecnica decisa in ambito Nazioni Unite, ma devoluta per la sua attuazione a una organizzazione regionale più direttamente interessata a risolvere i problemi, per garantire una stabilità in quel delicato settore.

Tra i compiti della missione, anche quello di restituire un senso di sicurezza alla popolazione albanese.Compiti specifici della Mape furono: dare consulenza sulla revisione e applicazione della legge dell'Ordine Pubblico; fornire proposte per i necessari cambi della struttura e della legislazione albanese per le Forze di Polizia; formulare specifiche raccomandazioni per una assistenza a breve e a lungo termine per le Forze di Polizia albanesi; addestrare poliziotti e istruttori e organizzare corsi di aggiornamento post Accademia; dare consulenza nel settore della logistica e dell'organizzazione della catena di Comando e di Controllo.
La missione era iniziata il 12 maggio 1997, con l'arrivo di un Nucleo Avanzato (Advance Party) a Tirana nel quadro del potenziamento della presenza Ueo in Albania, come Missione consultiva per il Ministero degli Interni albanese per l'ordine pubblico e la sicurezza e di addestramento della Polizia locale, a seguito dell'accordo con le autorità albanesi per lo sviluppo di forme di assistenza a favore della Polizia locale. Doveva servire a dare un senso di sicurezza alla popolazione civile e un supporto morale e psicologico alle autorità albanesi nella ricostruzione del loro Stato. Il periodo di attività era stabilito in rapporto alla presenza e al mandato della Fmp (anche conosciuta con la sigla inglese di Mpf, Multinational Protection Force), istituita secondo la risoluzione n. 1101 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in quanto considerata essenziale nei luoghi dove si volevano realizzare iniziative per la riorganizzazione della Polizia albanese. La previsione iniziale di durata della Mape era di tre mesi dall'arrivo dell'Advance Partyin Albania. I componenti la missione furono autorizzati a portare l'arma corta, considerate le particolari condizioni della nazione: normalmente le missioni di assistenza e consulenza agivano disarmate. L'area di operazione della Mape comprendeva Tirana con i suoi quattro distretti di Polizia e altre aree albanesi dove fosse presente Fmp o sicurezza adeguata.
Un ufficiale dell'Arma, insieme a due funzionari della Polizia di Stato, aveva partecipato alle missioni esplorative condotte nell'aprile 1997 e a quella del 12 maggio, considerata l'inizio ufficiale della Mape, quando erano state avviate le attività non solo ricognitive, ma anche organizzative, per definire i contorni programmatici dell'assistenza alla Polizia albanese. La fase ricognitiva era stata guidata dal rappresentante francese come Capo Missione. In quel momento erano già presenti a Tirana 2 ufficiali dell'Arma, uno per il team interforze della Missione Bilaterale (v. cap. successivo) e uno che comandava il Reparto di Polizia Militare della Forza Multinazionale di Protezione.
Era stato deciso che ogni nazione avrebbe partecipato con non più di due componenti. Agli inizi l'Italia fu presente con due unità: un vice questore della Polizia di Stato, che fu designato quale Vice Capo della Missione, con compiti di collegamento con la Bilaterale, promossa dal Ministero dell'Interno italiano, e un ufficiale superiore dell'Arma, che ebbe l'incarico di Responsabile del settore Ordine pubblico (Senior Advisor): un ruolo molto delicato, forse il più delicato della struttura, sia perché alquanto problematico per la situazione albanese contingente, sia perché da questo dipendevano il maggior numero di istruttori di varie nazionalità.
È indubbio che l'assegnazione ad un ufficiale dell'Arma di quel particolare settore significava un riconoscimento all'Istituzione per la sua consolidata esperienza in materia. Del resto, l'11 giugno 1997 il Consulente Speciale (Special Advisor) del Segretario di Stato americano, in un incontro con le massime autorità italiane, aveva ribadito l'apprezzamento degli Stati Uniti per quanto fatto dall'Italia in Albania e aveva dichiarato di ritenere utile che, nel programma di assistenza alle Forze Armate albanesi, fossero create delle unità per la sicurezza interna e l'ordine pubblico modellate sull'esempio dell'Arma dei Carabinieri.