1998 - 1999. In Kuwait con la Unikom: un'esperienza interessante.

Il Kuwait. Al ritiro delle truppe irachene da quel territorio, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU vi costituì una DMZ (Zona Smilitarizzata) lungo il confine con l'Iraq, comprendendo il bacino del fiume Khwar Abd Allah, e vi stabilì degli osservatori.Unikom (United Nations Iraqi-Kuwait Observation Mission, Missione delle Nazioni Unite di Monitoraggio Iraq-Kuwait) è una missione di supporto alla pace in Kuwait, che originò da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu: la n. 687 del 3 aprile 1991. Ritiratesi le truppe irachene dal Kuwait, in seguito agli accordi siglati dopo la Guerra del Golfo, il Consiglio aveva stabilito una Zona Smilitarizzata (Demilitarized Zone, Dmz) lungo il confine Iraq-Kuwait comprendendo il bacino del fiume Khawr Abd Allah, e aveva altresì deciso di stabilirvi una unità di osservatori; con la risoluzione n. 689 del successivo 9 aprile aveva inoltre autorizzato la relativa Missione delle Nazioni Unite, la Unikom.
La missione aveva il mandato di monitorare la Dmz e di sorvegliare il bacino idrico che correva lungo il confine; di prevenire le violazioni di confine e di osservare ogni possibile azione ostile condotta dai due belligeranti l'uno contro l'altro. I due Governi interessati, iracheno e kuwaitiano, diedero il loro consenso alla massima libertà di movimento degli osservatori attraverso il confine, in modo che l'area di operazione della missione rimanesse indivisa e fosse facilitato il lavoro di monitorizzazione.
Agli inizi della missione furono presenti 280 osservatori militari, provenienti da moltissimi Stati membri dell'Onu: in seguito il loro numero si estese fino a 1.102 unità. L'Italia decise di partecipare a questo nuovo sforzo internazionale con 7 unità. La sede della missione fu scelta con particolare cura: la città di Umm Kasr, unico sbocco al mare per l'Iraq.
Il 13 aprile 1991 arrivò sul territorio il primo osservatore militare, un alto ufficiale austriaco, con il compito di delimitare la Dmz e di coordinare nel contempo l'attività di monitoraggio dei 300 osservatori militari che giungevano in sede. La Dmz fu stabilita lungo tutto il confine per circa 200 km, comprendendo anche 40 km dell'importante bacino idrico del Khawr Abd Allah: la zona venne organizzata in tre settori.
Nel febbraio del 1993, a causa delle crescenti tensioni che mettevano in pericolo il personale internazionale, con la risoluzione n. 806 del Consiglio di Sicurezza fu aumentato il contingente della Unikom fino a 3.500 uomini e fu esteso il mandato all'utilizzo della forza in caso di violazione della Dmz. La Unikom era iniziata come missione non armata di osservatori e si era trasformata in seguito in una operazione di sorveglianza e di deterrenza.
Nel 1999 la Forza si componeva di circa 1.300 unità, comprendenti 195 osservatori militari provenienti da 32 Stati membri Onu, tra i quali era ancora presente l'Italia: i 5 componenti del Consiglio di Sicurezza vi partecipavano con 11 elementi ciascuno. Vi era inoltre un Battaglione di Fanteria meccanizzata del Bangladesh di 772 unità, assegnato quale rinforzo alla missione; uno Squadrone di Genieri argentini di 50 unità per la bonifica dei territori minati e il mantenimento delle piste, allo scopo di non farle ricoprire di sabbia; una unità logistica dell'Esercito argentino di 34 elementi, che si occupava del trasporto dei materiali pesanti necessari; una unità medica tedesca della Croce di Malta per la sanità della missione e delle popolazioni locali; oltre a 200 impiegati civili che assicuravano il funzionamento amministrativo e il mantenimento della missione stessa. L'Italia ha partecipato con una componente dell'Esercito

Nel giugno del 1998 dal Palazzo di Vetro di New York giunse la richiesta specifica per un ufficiale dei Carabinieri: sarebbe stato utilizzato nella Sezione di Polizia Militare della missione, che aveva compiti di vigilanza sulle truppe Onu e di assistenza alla Polizia locale, specie nella zona confinaria Iraq-Kuwait. Da notare che la Polizia Militare nell'ambito della Unikom era la sola organizzazione di Polizia che avesse autorità sul personale militare e civile della missione; era l'unica che intrattenesse collegamenti con la Polizia della nazione ospitante, in relazione a tutte le incombenze di pertinenza, quali la pianificazione, l'attività di indagine, quella di controllo del traffico stradale, le attività doganali per prevenire il commercio della droga e gli illeciti commerci di alcool e altro materiale. Esercitava il controllo aeroportuale, in entrata e in uscita dal Kuwait, ed era altresì responsabile della disciplina: ovviamente l'azione disciplinare vera e propria rimaneva di competenza di ciasc un contingente nazionale, ma la Polizia Militare doveva assicurare il rispetto da parte del personale della Unikom delle direttive a riguardo, emanate dal Comandante della missione. Altro compito era garantire la sicurezza con scorte di vario genere, compresa quella alla Banca Nazionale del Kuwait ogni volta che si fosse reso necessario. La Sezione di Polizia Militare si articolava in due aliquote operanti a Kuwait City e nella Dmz, con una rotazione del personale assegnato.
L'ufficiale dell'Arma, con il grado di capitano, raggiunse il Kuwait il 5 settembre 1998, inserendosi nella Sezione di Polizia Militare a livello operativo anche se tutti i posti chiave nella catena di Comando e di Controllo erano stati affidati a ufficiali statunitensi. Dopo un anno il capitano veniva avvicendato da un ufficiale dell'Esercito perché erano cessate le esigenze dirette alla Polizia Militare da parte internazionale e si era creata invece la necessità di ulteriori osservatori militari. La componente italiana aveva dimostrato, nel relativamente breve periodo di permanenza, la sua competenza e la sua professionalità in tutti i settori di impiego.
È interessante ricordare che tra il dicembre 1996 e il dicembre 1997 l'incarico di Comandante della Forza Unikom fu affidato ad un generale dell'Esercito italiano.