Militari a cavallo della Gendarmeria, in servizio a Creta (1898). Il contingente presente ebbe modo di effettuare numerosi servizi d'istituto, non sempre facili, dimostrando non soltanto professionalità nel servizio stesso, ma anche grande sensibilità e rispetto per la vita umana, sentimenti che in quell'epoca non erano molto diffusi. Un episodio è ricordato con dettagli nelle carte archivistiche: nell'ottobre del 1897 una pattuglia composta da due carabinieri, Guglielmo Frittella e Salvatore Torelli, unitamente a un soldato montenegrino, perlustrava il quartiere musulmano della Canea. I militari intimarono l'alt a due turchi, correttamente ritenendoli in possesso di armi. Nella colluttazione che ne seguì, uno degli italiani fu ferito, per quanto non gravemente, e uno dei turchi si dette alla fuga; mentre il feritore tentava a sua volta di scappare, fu anch'esso colpito gravemente dai due carabinieri; molta folla, manifestamente assai ostile, si era radunata attorno ai due militari italiani e al montenegrino: ma i carabinieri, nonostante uno di loro fosse ferito, non vollero lasciare il turco abbandonato a se stesso e lo portarono all'ospedale, ove si accertò che era in pericolo di vita. Il turco così sopravvisse, salvato proprio da coloro che voleva uccidere. Molti di questi episodi, più o meno pericolosi, accaddero durante i pattugliamenti notturni e diurni per mantenere l'ordine nell'inquieta isola. Inoltre De Mandato e lo stesso Craveri dovettero più volte interporsi con diplomazia e tatto per risolvere alcuni problemi delicati fra i gendarmi turchi e il loro stesso Comando, a causa della mancata corresponsione degli emolumenti da parte del Sultano a quelle forze di polizia presenti nell'isola, le quali spesso si ammutinavano, con ricadute spiacevoli sulla situazione dell'ordine pubblico, già altrimenti compromessa.
Questo comportamento verso le truppe ottomane era abitudinario: la mancanza di liquido nelle esauste casse dell'Impero Turco, ormai in bancarotta, si ripercuoteva su tutte le truppe di stanza fuori della capitale e soprattutto fuori del territorio metropolitano: i militi del Primo Ordù (Armata) di stanza a Costantinopoli riuscivano ad avere soldi e razioni, ma quelli lontani erano lontani anche dalle cure dell'amministrazione. Durante l'ammutinamento del marzo 1897 i militari italiani corsero gravi rischi, ma tutto si risolse senza feriti. Trentatré gendarmi turchi furono arrestati e inviati a Smirne sulla Regia Nave Montebello, mentre i rimanenti vennero graziati dal Vice Governatore, senza che però venisse consultata, come sarebbe stato doveroso, la parte italiana. Della qual cosa il Craveri ebbe a lagnarsi, ma sempre mantenendo un atteggiamento fattivo e collaborativo con i Comandi militari locali. Il 23 luglio del 1898 il capitano Craveri informava il Ministero della Guerra che il Comando Superiore Internazionale dell'isola era passato dall'Italia alla Francia, e che di conseguenza anche la direzione del servizio di polizia nel territorio dell'isola transitava dall'Arma dei Carabinieri Reali alla Gendarmeria francese. Per questa ragione l'ufficiale subalterno presente divenne il Comandante del Distaccamento Carabinieri a disposizione del Comando italiano e prestò servizio nel territorio affidato alla sorveglianza italiana. Rimpatriarono, in seguito al cambiamento di comando, un tenente e 18 carabinieri.
Il 20 agosto il tenente De Mandato aveva assunto il comando del Distaccamento, mentre Craveri era rimasto a disposizione del Consiglio degli Ammiragli: era stato incaricato dell'organizzazione dell'istituendo Reggimento di Gendarmeria che a suo tempo avrebbe dovuto unire tutte le gendarmerie o i corpi di agenti di sicurezza pubblica che le singole potenze andavano formando nel rispettivo settore di controllo, con una organizzazione basata sul Regolamento metropolitano di Gendarmeria; questa caratteristica naturalmente avrebbe portato a qualche problema di armonizzazione istituzionale e organizzativa al momento della fusione.

La notifica del passaggio della Gendarmeria turca agli ordini di Craveri (12 settembre 1897): firmata dal Comandante Amoretti e controfirmata dallo stesso Craveri. L'azione dei Carabinieri Reali a Creta in quel periodo continuò quindi ad esplicarsi unicamente nel settore italiano. Parimenti le altre potenze, Russia, Inghilterra e Francia, continuarono a operare nel territorio loro affidato, con l'aggiunta, per la Francia, del settore internazionale di La Canea.
Sempre nell'agosto del 1898 l'Assemblea parlamentare cretese, eletta poco prima, deliberò ufficialmente di procedere alla formazione del nuovo Corpo di Gendarmeria locale e ne confermò l'incarico al Craveri, dimostrando così il suo particolare apprezzamento per l'operato svolto dai Carabinieri Reali. Il Comandante Superiore delle Truppe Internazionali a La Canea, ammiraglio Marco Sartoris, così scriveva al Comandante delle Forze Navali italiane nel Levante nel 1898:

«Gli ufficiali dell'Arma, con un lavoro intelligente e oltremodo attivo, con coraggio dimostrato nelle circostanze difficili e coll'equanimità della loro condotta, hanno saputo vincere a poco a poco la resistenza passiva della popolazione, specialmente di quella mussulmana, e l'azione della polizia internazionale, quantunque ostacolata da mene malevoli dalle autorità locali ottomane, è stata talmente efficace che la sicurezza della città di Canea e dintorni si può al giorno d'oggi assimilare a quella di una regolata (...) tale grado di tranquillità e sicurezza mai è stato raggiunto in passato».

Dal punto di vista amministrativo, in Italia veniva cercato il modo di configurare giuridicamente la posizione dell'ufficiale e dei suoi colleghi a Creta: il 30 settembre 1898 il Craveri era passato a disposizione del Ministero degli Affari Esteri, incaricato della costituzione della Gendarmeria cretese, ma nel dicembre successivo ritornò di nuovo in carico al Ministero della Guerra, non essendo possibile applicare la disposizione del collocamento fuori ruolo, come per gli addetti militari, che avevano iniziato in quel periodo ad essere inviati anche nel Levante e nel Vicino Oriente, incardinati nelle ambasciate e legazioni all'estero. Avvenimenti turbolenti del periodo maggio-agosto 1898 costrinsero a modificare i provvedimenti stabiliti precedentemente per il futuro governo dell'isola, ed essendo in attesa di un governatore, gli Ammiragli, per sopperire alle impellenti necessità, non ancora costituita, seppure già approvata, la Gendarmeria locale, decisero la formazione di una Guardia civica indigena in ciascun settore di sorveglianza. Tale Guardia era destinata, in seguito, a far parte anch'essa del Corpo della Gendarmeria cretese. La formazione della Guardia civica fu iniziata procedendo ad un arruolamento locale, che avvenne contemporaneamente all'esodo delle truppe ottomane e cioè ai primi di novembre del 1898.