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FARE BENE E PRESTO
“Sono numeri da brivido per le persone
oneste, e fanno venire appetito a quelle
disoneste – ha spiegato il Ministro -. Non
dobbiamo lasciare spazio a dubbi, bisogna
tenere gli occhi aperti. Ci sono un sacco di
soldi che verranno spesi per rendere questo
Paese più moderno, e non possiamo fallire.
Abbiamo concordato delle scadenze con
la UE per fare le opere. Se non le facciamo
alle date concordate, l’Europa non ci dà i
soldi. Bisognerà essere perfetti e velocissimi,
cosa che in Italia richiede sforzo. Ma c’è la
nostra faccia nel mondo. Se falliamo, ci ri-
marrà un debito al 160% del Pil. E nessuno
ci vorrà più aiutare”.
Per questo, Cingolani chiede aiuto ai Cara-
binieri. “A me piacerebbe che ci fosse sem-
pre e costantemente una valutazione del
vero impatto ambientale di quello che fac-
ciamo, se per caso ci andiamo a mettere in
mano a qualcuno che non è il caso di fre-
quentare. Voi che conoscete il territorio in
maniera capillare, se certi dubbi li avete
prima e ce li comunicate, ci può essere
Alla transizione ecologica sono destinati quasi molto utile. Vi chiederemo di darci una
sessanta miliardi di euro del Piano Nazionale di mano in maniera preventiva”.
Ripresa e Resilienza. All’Arma dei Carabinieri il
compito di vigilare sul corretto utilizzo dei fondi. Il Ministro ha spiegato che il PNRR si basa su
tre pilastri. Il primo è la decarbonizzazione
attiva, cioè la riduzione diretta delle emissioni
stinati quasi sessanta miliardi di euro del di gas serra. In primis prevede il passaggio
Piano (59,46 per la precisione). Soldi che dalle fonti fossili a quelle rinnovabili per la
devono rendere l’Italia un Paese a basse produzione di energia, cioè da carbone e
emissioni di gas serra, sostenibile, con un gas a solare, eolico e idroelettrico. E poi
territorio sano e una green economy ben elettrificazione dei trasporti e dell’industria:
avviata. dalle auto a benzina e diesel a quelle elet-
triche, dalle fornaci a gas e carbone alle
fornaci elettriche. Sono circa 25 miliardi di
Foto L. Di Battista Poi c’è la decarbonizzazione indiretta, cioè
euro di fondi.
l’economia circolare, con altri 20 miliardi: il
riciclo e riuso di materiali e prodotti (per ri-
durre la quantità di energia necessaria per
produrli, e quindi le emissioni) e l’efficienza
energetica. Il terzo pilastro, per altri 15 mi-
liardi, è la decarbonizzazione passiva, cioè
le misure per l’assorbimento naturale della
CO : riforestazione, cura del territorio e
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lotta al dissesto idrogeologico.
Cingolani ha fatto un’ampia panoramica
#Natura 9