Non tutti sanno che...

ORDINAMENTO DEI CARABINIERI

Sotto la voce Ordinamento l'Enciclopedia Militare definisce "la ripartizione del personale militare" intesa a "porre il comando nella condizione di poter far sentire la propria azione e di coordinare gli sforzi dei singoli nell'interno di ciascun'Arma" affinché "un razionale frazionamento della massa sia atto a darle acconce articolazioni e snodature che consentano la rapida e sicura trasmissione della volontà dei capo sino agli ultimi minori elementi".

Speciale significato ha assunto l'Ordinamento per l'Arma dei Carabinieri, destinata sin dalle origini ad operare, come prima Arma dell'Esercito, nelle condizioni di Forza Armata incaricata di vegliare sulla sicurezza pubblica e di essere, come tale, ripartita capillarmente sul territorio dello Stato.
Nel corso della sua storia l'Arma dei Carabinieri è stata oggetto di vari ordinamenti, che ne hanno via via regolato la composizione ed i mezzi secondo le esigenze dello sviluppo territoriale, sociale e tecnico del Paese.

Dalle 'Determinazioni' del 9 novembre 1916.Il primo ordinamento è costituito dalle "Determinazioni" prese da Vittorio Emanuele I il 9 agosto 1814, a meno di un mese di distanza dalla fondazione dei Corpo dei Carabinieri. Esso constava di 23 articoli, dei quali quello iniziale disponeva: "Il Corpo dei Carabinieri Reali verrà formato del Colonnello Comandante, di quattro Capitani, un Aiutante Maggiore, un Quartier Mastro [ufficiale al quale era affidata la direzione degli alloggiamenti, dei vitto e della contabilità], dieci Luogotenenti, dieci Sottotenenti, quattro Marescialli di Logis (v.) a piedi e tredici a cavalo, cinquantuno Brigadieri a piedi e sessantanove a cavalli, duecentosettantadue Carabinieri a piedi e trecentosessantasette a cavallo".
Alla ripartizione della forza, costituita complessivamente da 803 uomini, fece seguito la "pianta" nominativa degli Ufficiali scelti dal Sovrano per la formazione dei Corpo.
Dopo avere stabilito le norme relative all'uniforme, alla statura, al reclutamento ("non potranno assentarsi per tal Corpo che li giovani di buona riputazione... che abbiano pure qualche assegnamento [sovvenzione] dalla casa loro") le "Determinazioni" fissarono le paghe annuali nella misura seguente, da corrispondere ad ogni mese scaduto: colonnello comandante L. 6.000, capitani L. 2.700, aiutante maggiore L. 1.700, quartier mastro L. 1.500, luogotenenti L. 1.700, sottotenenti L. 1.500, marescialli a piedi L. 700, marescialli a cavallo L. 1.200, brigadieri a piedi L. 600, brigadieri a cavallo L. 1.100, carabinieri a piedi L. 500, carabinieri a cavallo L. 1.000.
Alle "Determinazioni" del 9 agosto 1814 fece seguito la "Determinazione Sovrana" del 15 ottobre 1816, che fu resa esecutiva il 9 novembre successivo ed istituì 6 Divisioni (v.), cioè una per ogni Governo Militare degli Stati di terraferma, comandate da maggiori o capitani anziani con la qualifica di "capitani-comandanti" diciannove Compagnie (Comandi di nuova istituzione), agli ordini di capitani o luogotenenti anziani con la qualifica di "luogotenenti-comandanti", e ventotto Luogotenenze al comando di luogotenenti o sottotenenti, alle cui dipendenze erano le Stazioni rette da marescialli d'alloggio o brigadieri. La stessa "Determinazione Sovrana", elencò inoltre le "incombenze" spettanti ai Carabinieri, cioè tutte le norme necessarie per "assicurare e rendere regolare" l'esecuzione dei servizio d'istituto. L'ordinamento del Corpo dei Carabinieri stabilito con la "Determinazione Sovrana" dei 9 novembre 1816 fu modificato il 16 ottobre 1822 con la tabella dello "stato della forza" allegata al Regolamento Generale e comprendente: 1 colonnello comandante del Corpo, 1 colonnello comandante in 2^ destinato al comando delle due Divisioni della Sardegna, 1 tenente colonnello, 1 tenente colonnello con paga di maggiore, 4 maggiori, 1 maggiore con paga di capitano, 4 capitani comandanti, 23 capitani, 5 luogotenenti comandanti, 24 luogotenenti, 15 sottotenenti comandanti, per un totale di 100 ufficiali; per l'Arma a cavallo: 45 marescialli d'alloggio, 129 brigadieri, 702 carabinieri, totale 876 uomini; per l'Arma a piedi: 2 marescialli d'alloggio maggiori, 8 marescialli capi, 62 marescialli d'alloggio, 282 brigadieri, 1.670 carabinieri, totale 2.024. Con i 100 allievi carabinieri, di cui 25 a cavallo e 75 a piedi, la forza complessiva dell'Arma, compresi gli ufficiali, era di 3. 100 unità.

Lo stato della forza del Corpo dei Carabinieri al 12 ottobre 1822 in una tabella allegata al Regolamento pubblicato sotto la stessa data.Il Regio Viglietto di Carlo Alberto del 26 ottobre 1833 introdusse le variazioni seguenti all'ordinamento dei Carabinieri: la attribuzione del comando di Corpo ad un maggiore generale, affiancato da un colonnello comandante in 2' incaricato di rimpiazzarlo "all'evenienza", una nuova ripartizione del comando delle Divisioni tra Ufficiali di grado diverso, e precisamente: Torino ad un luogotenente colonnello, Genova, Chambery ed Alessandria ad un maggiore, Cuneo, Nizza e Novara ad un Capitano comandante. Vennero così soppresse, nell'intento di restringere nuovamente agli Stati di terraferma il servizio dei Carabinieri, le Divisioni di Cagliari e Sassari, istituite da Carlo Felice con le Patenti del 12 ottobre 1822.

In data 31 maggio 1836 altro Regio Brevetto diede "alcuni nuovi provvedimenti relativi al Corpo dei Carabinieri" riunendo "a forma di compendi le disposizioni tutte tratto tratto emanate, che allo ordinamento, alle paghe, ai vantaggi alle preminenze ed ai privilegi di quel Corpo concernono". In merito all'ordinamento il Brevetto dispose l'istituzione del grado di maresciallo d'alloggio maggiore al vertice dei gradi di sottufficiale; la soppressione della categoria dei luogotenenti di 2^ classe "dovendo tutti i luogotenenti del Corpo, siccome chiamati ad eguale servizio, formare una sola categoria"; l'aumento di 20 allievi carabinieri a piedi e l'introduzione dell'incarico di "cappellano", limitato ad un solo religioso.

La forza organica dell'Arma rimase sostanzialmente immutata.
Nuove variazioni all'ordinamento dei Carabinieri furono apportate dal Regio Brevetto del 5 settembre 1843, nel quale la ripartizione dei comandi dell'Arma venne fissata come segue: 7 Divisioni, delle quali quattro comandate da maggiori e tre da capitani, 15 Compagnie, 42 Luogotenenze, 14 Suddivisioni (v.), 351 Stazioni, di cui 226 dell'Arma a piedi, 58 dell'Arma a cavallo e 67 miste.
Un'importante variazione all'ordinamento dei Corpo dei Carabinieri derivò dal R.D. 1505 dei 21 aprile 1853, che ripristinò il Corpo dei Carabinieri di Sardegna. Per effetto delle RR. Patenti dei 16 ottobre 1822 era già stato istituito in quell'isola, in sostituzione del Corpo Cacciatori Reali, il Corpo dei Carabinieri, che era stato suddiviso nelle Divisioni di Cagliari e Sassari. Queste furono soppresse con RR. Patenti del 9 febbraio 1832 ed in luogo del Corpo dei Carabinieri venne creato il Corpo dei Cavalleggeri di Sardegna. Ma il successivo peggioramento delle condizioni della sicurezza pubblica nell'isola ed il ricordo dell'opera meritoria che vi era stata svolta dai Carabinieri nel decennio 1822-1832, indusse il Governo centrale a sopprimere il Corpo dei Cavalleggeri ed a riorganizzare il Corpo dei Carabinieri di Sardegna, con una forza di 32 ufficiali, 114 sottufficiali e 386 militari di truppa a cavallo, 80 sottufficiali e 243 militari di truppa a piedi, compresi 20 allievi carabinieri a cavallo e 15 a piedi.

La tappa fondamentale nella serie degli ordinamenti relativi all'Arma dei Carabinieri è costituita dal R.D. del 24 gennaio 1861, con il quale il Governo centrale, nel più ampio quadro della riorganizzazione dell'Esercito conseguente all'annessione delle nuove province italiane al Regno di Sardegna, ristrutturò il Corpo dei Carabinieri, cui fu attribuita la denominazione di Arma, confermandole il primo posto tra tutte le Armi dell'Esercito.
La stessa legge modificò innanzi tutto al vertice l'ordinamento dell'Arma, sostituendo al Comando Generale un organo di comando collettivo denominato Comitato. Venne inoltre disposta l'istituzione di 14 Legioni, di cui 13 territoriali ed una Allievi. Quelle territoriali assunsero un numero d'ordine ognuno corrispondente alla città nella quale aveva sede il comando, e precisamente: 1^ Torino, 2^ Genova, 3^ Cagliari, 4^ Milano, 5^ Bologna, 6^ Firenze, 7^ Napoli, 8^ Chieti, 9^ Bari, 10^ Salerno, 11^ Catanzaro, 12^ Palermo, 13^ Ancona. Il decreto era completato dalla tabella (vedi pag. 218).
All'ordinamento stabilito con il R.D. del 24 gennaio 1861 fecero seguito le variazioni seguenti:

  • R.D. del 10 gennaio 1862: venne sancito che dei cinque ufficiali generali componenti il Comitato, tre, invece di uno, potessero avere il grado di luogotenente generale;

  • R.D. dei 18 giugno 1862: venne aumentata la forza dell'Arma portandola a 533 ufficiali (incremento di 30 unità) e a 19.363 uomini di truppa (incremento di 2.205 unità);

  • R.D. del 6 agosto 1862: la composizione del Comitato venne elevata a 6 ufficiali generali, compreso il Presidente. Poiché due suoi membri, precisamente il maggiore generale Trofimo Amulfi ed il maggiore generale Giovanni Serpi erano stati rispettivamente comandati, con disposizione del Ministero della Guerra dei 31 ottobre 1861, quali ispettori regionali a Napoli ed a Palermo, si volle così facilitare la possibilità di provvedere alle normali ispezioni deì membri del Comitato nelle altre Legioni del Regno;

  • R.D. del 30 giugno 1864: determinò un aumento di 28 ufficiali e di 1.312 uomini di truppa, da distribuire tra le Legioni di Napoli, Chieti, Bari, Salerno, Catanzaro e Palermo.

Tre anni dopo, sopravvenuta la necessità di realizzare economie in tutti i rami della pubblica amministrazione, con R.D. del 28 luglio 1867 vennero soppressi alcuni comandi di Divisione (oggi Comandi Provinciali), di Compagnie e di Luogotenenze, ed appiedati 700 carabinieri a cavallo, senza però ridurre la forza totale dell'Arma, fissata in 563 ufficiali e 22.549 tra sottufficiali e militari di truppa. Con lo stesso provvedimento venne abolita la numerazione progressiva delle Legioni, che assunsero il nome della città sede dei rispettivi comandi.

Nuove esigenze di bilancio dello Stato indussero il Governo a determinare con R.D. del 19 novembre 1868 la soppressione di tutti i comandi di Divisione, giudicati "anello gerarchico, intermedio tra Compagnia e Legione, non solo superfluo, ma di ritardo nel disbrigo degli affari del servizio", e la riduzione della forza dell'Arma a 456 ufficiali e a 19.294 sottufficiali e militari di truppa.
Tale riduzione ebbe però carattere di "pura forma", poiché veniva chiarito, nella relazione al provvedimento, che di fatto non si era ami riusciti a superare gli effettivi di 20.000 unità, peraltro sufficienti al servizio dell'Arma, anche per le difficoltà incontrate "nel reclutare a dovere questa truppa, cui si richiedono speciali requisiti".
Il perdurare delle difficoltà del bilancio statale determinò con il R.D. dei 18 luglio 1870 una ulteriore contrazione degli effettivi dell'Arma, che vennero fissati in 417 ufficiali e 18.000 sottufficiali e militari di truppa, con l'economia di un milione e mezzo di lire. La stessa legge riconsiderò la decisione adottata nel 1868 di sopprimere i comandi di Divisione ed alcuni altri comandi di ufficiale, riconoscendo nella relazione introduttiva che "la denominazione dei comandanti di Compagnia data agli ufficiali superiori e di comandanti di luogotenenza a capitani non sia la più atta a rialzare la dignità ed il decoro della carica che occupano". Venne pertanto disposto che in ogni capoluogo di provincia fosse stabilito un comando affidato ad ufficiale superiore per le città più importanti e ad un capitano nelle altre, con "il titolo (preceduto dal grado) di comandante i Carabinieri della provincia di.....", ciò che significò in pratica il ripristino dei comandi di Divisione; inoltre che ai circondari più importanti d'ogni provincia venisse assegnato un capitano ed agli altri circondari un luogotenente, tutti con il titolo, preceduto dal grado, di «comandante i Carabinieri del Circondario di... ». L'assottigliamento verificatosi negli arruolamenti e le vicende politico-militari succedutesi in quello stesso anno 1870 nel territorio nazionale resero necessario ed urgente «mantenere a completo la forza organica dell'Arma dei Carabinieri» ed a ciò il Governo provvide con il R.D. dell'8 ottobre 1870, istituendo la categorie dei "Carabinieri Aggiunti» (v.) formata da soldati di fanteria e cavalleria comandati nell'Arma, soggetti al suo servizio ed alla sua disciplina. L'iniziativa diede buon risultato, sia perché gli elementi vennero accuratamente prescelti, sia perché molti di essi divennero successivamente carabinieri effettivi.

In conseguenza dell'annessione della provincia di Roma al Regno d'Italia e della necessità di provvedervi al servizio di sicurezza, con R.D. del 18 dicembre 1870 la forza dell'Arma venne aumentata di 16 ufficiali e di 800 sottufficiali e militari di truppa, così da raggiungere il totale rispettivo di 433 e 18.800 unità.
Le tabelle graduali e numeriche allegate al R.D. del 30 settembre 1873 variarono in aumento la forza suddetta, portandola a 466 ufficiali e 19.725 sottufficiali e militari di truppa.
Trascorsero da allora alcuni anni di relativa stabilità per l'ordinamento dei Carabinieri, che con R.D. del 19 luglio 1880 venne ritoccato nella sua forza organica come segue: 519 ufficiali, con aumento di 53 elementi, 261 scrivani locali, 19.708 sottufficiali e militari di truppa, 600 carabinieri aggiunti, 2 ufficiali e 250 sottufficiali e militari di truppa addetti agli Arsenali Marittimi. Lo stesso provvedimento stabilì inoltre:

  • la ripartizione delle Legioni in Divisioni, Compagnie, Tenenze, Sezioni e Stazioni, sopprimendo di conseguenza i ruoli di "Comandante i Carabinieri della Provincia» e di «Comandante i Carabinieri del Circondario» istituite con il R.D. 18 luglio 1870;

  • nuove norme sul reclutamento, da effettuarsi: per mezzo degli iscritti di leva, che, avendo le qualità richieste, desiderassero prestare servizio nell'Arma; per mezzo di arruolamenti volontari; per passaggio nell'Arma di militari di altri Corpi dell'Esercito, anche se fossero in congedo illimitato.

Il R.D. dei 16 novembre 1882 - in esecuzione della legge sull'ordinamento del R. Esercito del 29 giugno 1882 -, dispose con articolo unico la soppressione del Comitato dell'Arma, e l'istituzione di un Comando dell'Arma, composto da un Comandante, tenente generale, un Comandante in 21, maggiore generale, e da un ufficio di segreteria, ripristinando in tal modo l'ordinamento del R.D. 16 gennaio 1860 che prevedeva l'organo di comando su base individuale.
Una modifica di carattere definitivo, essendo vigente ancora oggi, venne introdotta dalla legge dell'8 luglio 1883, n. 1468, che rettificò il Comando dell'Arma in Comando Generale dell'Arma, retto da un tenente generale Comandante Generale.

Molto importante per il reclutamento della forza dell'Arma, e quindi per il suo ordinamento, fu la determinazione del Decreto Luogotenenziale n. 357 del 25.2.1917, che dispose l'assunzione di 12.000 caporali e soldati di tutte le Anni e Corpi dell'Esercito in qualità di Carabinieri Ausiliari (v.) imposta dalla necessità di sopperire alle esigenze di servizio derivanti dallo stato di guerra. Tale contingente venne aumentato di 6.000 unità nel dicembre successivo.
L'assunzione dei Carabinieri Ausiliari avvenne con modalità analoghe a quelle relative ai Carabinieri Aggiunti (v.) ma in una ben più grave situazione di necessità. Mentre la categoria dei Carabinieri Aggiunti, istituita nel 1870, venne soppressa nel 1944, quella degli Ausiliari è tuttora in vigore.
Nell'anno 1917, allorché era in corso la 1^ Guerra Mondiale e la forza dell'Arma dovette essere aumentata complessivamente di 18.000 Carabinieri Ausiliari, si avvertì la necessità d'istituire alcuni Comandi intermedi tra il Comando Generale e le Legioni. Questi nuovi Comandi sorsero con la denominazione di Gruppi di Legioni, comandati da maggiori generali, e furono inizialmente cinque, portati a sette nell'ottobre 1917. Soppressi nel maggio 1926, essi furono sostituiti dagli Ispettorati di Zona (v.), che da cinque divennero sei esattamente un anno dopo.

Il R.D. dei 16 luglio 1936 abolì gli Ispettorati di Zona ed istituì in loro vece sei Comandi di Brigata, posti alla dipendenza diretta dei Comandi di Divisione creati con la stessa legge, rispettivamente denominati 1^ Divisione "Pastrengo" con sede a Milano, 2^ Divisione "Podgora" con sede a Roma.
Alla Divisione "Pastrengo" vennero assegnate: la I Brigata (Torino), Legioni di Torino, Alessandria, Genova; la II Brigata (Milano), Legioni di Milano, Verona, Bolzano, Padova, Trieste; la III Brigata (Firenze), Legioni di Firenze, Livorno, Bologna, Ancona. Alla Divisione "Podgora" furono assegnate: la IV Brigata (Roma), Legioni di Roma, Lazio e Cagliari; la V Brigata (Napoli), Legioni di Napoli, Bari (più il Gruppo Carabinieri delle isole dell'Egeo) e Catanzaro; la VI Brigata (Palermo), Legioni di Palermo e Messina.
Dalla 1^ Divisione dipendeva inoltre la Scuola Centrale Carabinieri di Firenze. La Legione Allievi Carabinieri di Roma dipendeva dalla 2^ Divisione, che aveva anche funzioni ispettive sui comandi e reparti delle Colonie.
In conseguenza dei provvedimenti suddetti ed allo scopo evidente di distinguere le due Divisioni di nuova istituzione dagli omonimi comandi territoriali d'ambito provinciale, questi assunsero la denominazione di Gruppo con legge del 16 luglio 1936 n. 1594.

Quadro numerico delle Legioni, Divisioni, Compagnie e Luogotenenze in cui e' ripartita l'Arma dei Carabinieri reali e degli Ufficiali, colla carica relativa, al 24 gennaio 1861.Con dispaccio del Ministero della Guerra n. 4550 dei 24 gennaio 1939 venne istituita la 3^ Divisione "Ogaden" prevista dal R.D.L. dei 22 dicembre 1938, ed in conseguenza la "circoscrizione militare territoriale per il servizio dell'Arma dei Carabinieri" venne così modificata: 1^ Divisione "Pastrengo": I Brigata (Torino), Legioni di Torino, Alessandria, Genova; II Brigata (Milano), Legioni di Milano, Verona, Bolzano, Padova, Trieste; 2^ Divisione "Podgora": III Brigata (Firenze), Legioni di Firenze, Livorno, Bologna, Ancona; IV Brigata (Roma), Legioni di Roma, Lazio, Cagliari; 3^ Divisione "Ogaden": V Brigata (Napoli), Legioni di Napoli, Bari, Catanzaro; VI Brigata (Palermo), Legioni di Palermo e Messina.

La legge del 9 maggio 1940 portò da sei a sette le Brigate, e da venti a ventotto le Legioni, nel proposito d'includere tutti i reparti territoriali dell'Arma d'oltremare. Per il sopravvenuto intervento dell'Italia nella 2^ Guerra Mondiale (10 giugno 1940) la legge stessa non ebbe pratica attuazione.
Dopo la conclusione del conflitto con D.L.L. n. 603 del 31 agosto 1945 l'ordinamento dell'Arma mantenne, con i tre comandi di Divisione, i sei comandi di Brigata. Occorre arrivare all'anno 1956 per incontrare il seguente e ben diverso ordinamento, che portò a nove il numero delle Brigate:

  • 1^ Divisione "Pastrengo" (Milano), dalla quale dipendevano la I Brigata (Torino), la II Brigata (Milano) e la VII Brigata (Padova); direttamente dal Comando di Divisione dipendeva la Legione Allievi di Torino;

  • 2^ Divisione "Podgora" (Roma), con la III Brigata (Firenze), la IV Brigata (Roma) e l'VIII Brigata (Bologna); alle dirette dipendenze del Comando di Divisione furono assegnate la Scuola Ufficiali di Roma, la Scuola Sottufficiali di Firenze e la Legione Allievi di Roma;

  • 3^ Divisione "Ogaden" (Napoli), con la V Brigata (Napoli), la IV Brigata (Palermo) e la IX Brigata (Bari).

Dal 1° novembre dello stesso 1956 venne istituita la Brigata Scuole, con sede in Roma, posta alla diretta dipendenza del Comando Generale e comprendente la Scuola Ufficiali, la Scuola Sottufficiali di Firenze, le Legioni Allievi di Roma e Torino.
Esigenze di carattere operativo resero necessaria nel 1963 (1° aprile) la costituzione della 11^ Brigata, con sede a Roma, nella quale furono inquadrate le seguenti unità: 1° Reggimento (Milano), con i Battaglioni Carabinieri di Torino, Milano, Genova e Padova; 2° Reggimento (Roma), con i Battaglioni di Bologna, Firenze, Lazio, Roma e Cagliari; 3° Reggimento (Napoli), con i Battaglioni di Napoli, Bari e Palermo; 4° Reggimento a cavallo, articolato in uno Squadrone Comando, un Gruppo Squadroni, un Gruppo Squadroni Allievi e in uno Squadrone Motoblindato; VII Battaglione (Bolzano); XIII Battaglione (Gorizia).
Le variazioni intervenute successivamente non modificarono nella sostanza l'ordinamento delle Brigate.